Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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24 settembre 2012

Cambiare il mondo del giornalismo

Otto storie per un libro. Otto storie di visionari, personaggi che sognano di fare l'impresa: reinventare la notizia. Hanno personalità e motivazioni diverse ma ciò che accomuna queste sette persone è una cosa, il sacro fuoco della verità, la sua ricerca e la sua diffusione.
Attraverso qualità come precisione, partecipazione, intelligenza, trasparenza, cambiamento si legge di persone e fatti che stanno contribuendo a cambiare il mondo del giornalismo.
Da Bill Adair e il suo PolitiFact al "regalo dell'Africa alla Silicon Valley", come ha descritto il software Ushahidi il "New York Times", passando per Stats Monkey: il cervellone che scrive articoli sul baseball parlando un linguaggio molto preciso ma soprattutto umano, e dagli incontri di Hacks/Hackers o del cambio di rotta del "New York Times" e del "Chicago Tribune". Notevole rimane il capitolo di 12 ore passate con Julian Assange, leader carismatico e fondatore di WikiLeaks, tratteggiato in una veste particolare. Commovente la storia di Ory Okolloh con la sua testimonianza dolceamara delle elezioni keniane del 2007, lascia senza fiato la storia di Birgitta Jonsdottir, parlamentare islandese che assembla in unico pacchetto legislativo il meglio dei diritti d'espressione del mondo (l'ha chiamata IMMI – Icelandic Modern Media Initiative). E poi Jacek Utko, l'art designer polacco che ha provato a cambiare il giornale prendendo ispirazione dal Cirque du Soleil, puntando sulla bellezza e la creatività artistica e Michael Van Poppel, ventiduenne olandese che ha ingegnato una mappa interattiva a cui si può mandare un aggiornamento da qualunque parte del mondo tramite sms.
È un libro che parla del valore forte del giornalismo come strumento democratico ma anche del cambiamento e di futuro. Esistono nuove possibilità che si aprono sia per i citizen reporter sia per gli organi tradizionali d'informazione. Non bisogna per forza portare l'informazione dalla carta al digitale, ma lavorare sulla propria specificità e puntare sul canale di distribuzione che si ha.
Il messaggio che passa dagli autori è che non è detto che tutti diventeranno produttori d'informazione così come non è vero che il giornalista e il suo mestiere stanno scomparendo. Il giornalista deve ora capire il valore aggiunto della notizia e offrirla ai lettori, perchè solo così non avrà problemi a trovare uno stipendio per vivere, gridando agli scettici e al mondo intero, come disse Mark Twain, "la notizia della mia morte è stata ampiamente esagerata".
Paolo Paolillo
 
Nicola Bruno – Raffaele Mastrolonardo
La scimmia che vinse il Pulitzer
Milano – Torino, Pearson Italia, 2011, 192 pp.
 

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