Firenze, Ponte delle Grazie, 2012, pp. 240.
Le riviste dell'informazione
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- Prima comunicazione
- Problemi dell'informazione
- Tabloid
27 dicembre 2012
Spie e informazione: andare oltre l’apparenza
Oggi, nell’era di quella che lo stesso
autore chiama “società dell’informazione”, sempre più diffusa è la convinzione
di aver raggiunto il mito della completezza e dell’obiettività informativa. La
possibilità per ognuno di noi di accedere facilmente e in pochi istanti a una
moltitudine di notizie tramite i nuovi canali messi a disposizione dalla rete,
ha permesso la diffusione dell’idea di aver eliminato censure e manipolazioni.
È però una realtà diversa quella che emerge
dall’indagine di Aldo Giannuli che, nel suo libro Come i servizi segreti usano
i media, racconta di come, anche oggi, i servizi segreti abbiano un ruolo
decisivo nel processo informativo.
Ecco allora che la verità appare meno
chiara di quel che credevamo e la realtà più lontana da noi. Per afferrarla
occorre decriptare le notizie, imparando a leggere tra le righe per saperne
riconoscere verità e manipolazioni. Dai grandi scenari di guerra alle piccole
notizie di normale quotidianità, molti sono i modi con i quali i servizi
segreti intervengono sui canali informativi. Per guidare l’opinione pubblica,
le informazioni vengono continuamente mutate, ora amplificando ora nascondendo
fatti ed eventi. E allora, tra detto e non detto, il lettore si trova a dover
affinare gli strumenti a sua disposizione per comprendere ed elaborare la massa
di informazioni con cui entra in contatto.
Sono proprio questi strumenti che l’autore
vuole fornire, concentrando il suo sguardo sul ruolo che i servizi segreti
hanno nel grande sistema comunicativo. Passo dopo passo, Aldo Giannuli guida il lettore lungo tutto
il percorso che attraversa la notizia prima di giungere a noi, mettendone in
luce i diversi momenti e i diversi modi con i quali i servizi segreti agiscono
sulle notizie.
Ecco quindi che emerge un intreccio che
coinvolge intelligence e informazione che mette sotto controllo le nostre
comunicazioni, monitorandole e analizzandole ed infine plasma le notizie in
funzione dei propri interessi. Un mondo dove i servizi non sono solo “visti
come i ghostwriters di parte di quel che leggiamo, ma [anche] come
lettori o ascoltatori dei mezzi di informazione. […] Un consumatore sui generis” in quella che
l’autore chiama OSINT (letteralmente Open Source Intelligence, studio delle
fonti aperte) e che definisce come “la
più recente delle discipline dell’intelligence”.
Una ragnatela di rapporti che il docente alla Statale di Milano, consulente
delle commissioni parlamentari d'inchiesta sulle stragi e sull'affare Mitrokhin
oltre che consulente giudiziario in vari processi fra i quali quelli di
piazza Fontana e piazza della Loggia a Brescia, mette in luce
esaminando attori e casi noti e meno noti della stampa recente. Ecco quindi
apparire personaggi politici, fatti di cronaca nera, aziende e gruppi
editoriali che tutti noi conosciamo ma che ora ci vengono mostrati sotto una
nuova luce.
Un libro scritto in maniera frizzante e veloce, capace con la sua
meticolosa e a volte pignola attenzione ai dettagli, di guidarti nel tortuoso
percorso che la notizia fa dalla sua origine al consumatore finale, il lettore.
Un indispensabile manuale di istruzioni, sia per i molti complottisti della
nostra epoca sia per i semplici cittadini che vogliono informarsi, per imparare
a smontare le notizie e riuscire così a distinguerne le diverse parti che la
compongono e ricavarne importanti informazioni.
Mirko Auteri
Aldo Giannuli
Come i servizi segreti usano i media.
Con quali tecniche l'intelligence influenza e interpreta l'informazione? Firenze, Ponte delle Grazie, 2012, pp. 240.
*link al sito di Aldo Giannulli
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23 dicembre 2012
In libreria
Giuseppe Bettoni - Isabella Tamponi
Geopolitica e comunicazione
Milano, Franco Angeli, 2012, 240 pp.
Geopolitica e comunicazione
Milano, Franco Angeli, 2012, 240 pp.
Descrizione
La Geopolitica è una disciplina moderna perché prima di tutto basata sulla comunicazione. Sono i Media e l'influenza che hanno sulle popolazioni che rendono la geopolitica "disciplina del XX secolo". Ma chi sono i primi a utilizzare oggi la geopolitica? Come mai si vedono sempre più carte nei giornali, persino in un Paese così a digiuno di Geografia come il nostro? E perché il Paese che diede i natali a Colombo, Vespucci, Cassini è così povero in geografia? Tutte queste domande hanno un legame tra loro e questo testo lo mostra. Partendo dalla cosa che più caratterizza le Geografia da sempre, la carta geografica, questo testo spiega come mai oggi le carte geografiche sono sempre più diffuse, ben fatte (Gran Bretagna, Germania, Francia) e a volte molto malfatte (Italia). Come si inseriscono nei media e nella nostra stessa quotidianità? In questa pagine riuscirete a capire cosa sia veramente una carta geografica e cosa essa rappresenti. I media si sono appropriati di questo strumento (Internet, carta stampata, televisione) ma lo utilizzano a modo loro, un modo spesso sorprendente. Si affronteranno due casi specifici di successi: uno televisivo e uno della carta stampata, proprio per spiegare quale sia il legame tra media e geopolitica
La Geopolitica è una disciplina moderna perché prima di tutto basata sulla comunicazione. Sono i Media e l'influenza che hanno sulle popolazioni che rendono la geopolitica "disciplina del XX secolo". Ma chi sono i primi a utilizzare oggi la geopolitica? Come mai si vedono sempre più carte nei giornali, persino in un Paese così a digiuno di Geografia come il nostro? E perché il Paese che diede i natali a Colombo, Vespucci, Cassini è così povero in geografia? Tutte queste domande hanno un legame tra loro e questo testo lo mostra. Partendo dalla cosa che più caratterizza le Geografia da sempre, la carta geografica, questo testo spiega come mai oggi le carte geografiche sono sempre più diffuse, ben fatte (Gran Bretagna, Germania, Francia) e a volte molto malfatte (Italia). Come si inseriscono nei media e nella nostra stessa quotidianità? In questa pagine riuscirete a capire cosa sia veramente una carta geografica e cosa essa rappresenti. I media si sono appropriati di questo strumento (Internet, carta stampata, televisione) ma lo utilizzano a modo loro, un modo spesso sorprendente. Si affronteranno due casi specifici di successi: uno televisivo e uno della carta stampata, proprio per spiegare quale sia il legame tra media e geopolitica
*Link all'Indice del libro.
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Etichette:
Comunicazione,
Geoinformazione,
Libreria,
Media,
Politica
22 dicembre 2012
In libreria
Antonio Teti
Il potere delle informazioni.
Comunicazione globale, cyberspazio, intelligence della conoscenza
Milano, Il Sole 24 Ore Libri, 2012, 286 pp.
Descrizione
Lo sviluppo delle tecnologie informatiche, in particolare di Internet, ha consentito di attivare l'ennesima trasformazione della società in cui viviamo, per condurci in un ambiente globalizzato in cui lo sviluppo culturale, economico, umano, industriale e sostenibile passa attraversò il possesso e l'acquisizione continua di informazioni e di conseguenza del sapere, dando luogo alla società della conoscenza. Tuttavia, questi ultimi decenni, densi di soprattutto di mutazioni e alterazioni sociopolitiche, hanno determinato l'acuirsi di fenomeni estremi in tutti i settori. Osannata e odiata al tempo stesso dalle maggiori democrazie e dai paesi più industrializzati del pianeta, per i suoi pregi e per i molti indiscutibili difetti, la globalizzazione ha trovato nel settore delle informazioni un'occasione di sviluppo di particolare rilevanza, dando luogo alla nascita dell'informazione globalizzata. Per questo motivo la gestione delle informazioni rappresenta un elemento strategico di esercizio del potere, e in quanto tale dovrebbe essere gestita come un bene pubblico, quindi non assoggettata a monopoli o utilizzata per finalità e scopi legati a interessi personali. Il libro affronta in modo completo e totale tutti gli aspetti legati a questa importante problematica contemporanea.
Il potere delle informazioni.
Comunicazione globale, cyberspazio, intelligence della conoscenza
Milano, Il Sole 24 Ore Libri, 2012, 286 pp.
Descrizione
Lo sviluppo delle tecnologie informatiche, in particolare di Internet, ha consentito di attivare l'ennesima trasformazione della società in cui viviamo, per condurci in un ambiente globalizzato in cui lo sviluppo culturale, economico, umano, industriale e sostenibile passa attraversò il possesso e l'acquisizione continua di informazioni e di conseguenza del sapere, dando luogo alla società della conoscenza. Tuttavia, questi ultimi decenni, densi di soprattutto di mutazioni e alterazioni sociopolitiche, hanno determinato l'acuirsi di fenomeni estremi in tutti i settori. Osannata e odiata al tempo stesso dalle maggiori democrazie e dai paesi più industrializzati del pianeta, per i suoi pregi e per i molti indiscutibili difetti, la globalizzazione ha trovato nel settore delle informazioni un'occasione di sviluppo di particolare rilevanza, dando luogo alla nascita dell'informazione globalizzata. Per questo motivo la gestione delle informazioni rappresenta un elemento strategico di esercizio del potere, e in quanto tale dovrebbe essere gestita come un bene pubblico, quindi non assoggettata a monopoli o utilizzata per finalità e scopi legati a interessi personali. Il libro affronta in modo completo e totale tutti gli aspetti legati a questa importante problematica contemporanea.
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20 dicembre 2012
In libreria
Michele Figurelli - Franco Nicastro
Era "L'Ora". Il giornale che fece storia e scuola
Roma, XL edizioni, 2012, 254 pp.
Descrizione
L’Ora di Palermo non fu solo una testata giornalistica. Fu un laboratorio di idee, un luogo di confronto vivace e irriverente, un presidio e uno strumento di battaglia civile, un punto di riferimento culturale e politico in un momento di grande cambiamento sociale locale e nazionale. Tra il 1954 e il 1975 il giornale L’Ora di Palermo fu diretto da Vittorio Nisticò. Fu un’esperienza di grande valore storico, politico e giornalistico. Il giornale svolse un ruolo riconosciuto di strumento di progresso civile e fu un punto di riferimento per le battaglie contro l’intreccio di poteri e interessi tra la mafia e la politica in una fase di sviluppo e di trasformazioni della società siciliana. Riuscì a dare alla sua identità di sinistra la connotazione di un’apertura verso le forze democratiche. L’arrivo di Nisticò alla guida del quotidiano segnò, infatti, una svolta. Dalla grafica alla selezione delle notizie, la testata subì dei mutamenti tali nella produzione di inchieste, da vederla sempre più vorticosamente impegnata in prima linea nella battaglia contro il fenomeno mafioso in Sicilia. Pubblicazioni regolari e inesorabili di fatti, foto, nomi, collegamenti tra politica e cosche siciliane. Il 19 ottobre del 1958 la Mafia si fece sentire: la sede della redazione saltò in aria. Il giorno successivo L’Ora titolò: La mafia ci minaccia, l’inchiesta continua. Tutta l’Italia e persino una fetta di mondo con il fiato sospeso ormai ne seguivano appassionatamente i dossier e le vicende. La sua capacità di dare alla lettura dei fatti locali un respiro nazionale e internazionale, riuscendo a suscitare l’attenzione delle grandi testate e l’interesse del cinema e della televisione, gli valse il riconoscimento di essere una prestigiosa scuola di giornalismo e una vera e propria “fabbrica delle notizie”.
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19 dicembre 2012
La Facoltà di Scienze Politiche
La Facoltà di Scienze Politiche compie 40 anni.
Atti del Convegno "Le Scienze Politiche nel mondo contemporaneo"
Genova, 19 maggio 2010
a cura di Maria Antonietta Falchi
Genova, GUP, 2012, 198 pp. + illustrazioni, € 18.
La Facoltà di Scienze Politiche viene istituita con decreto presidenziale n.1236 del 31 ottobre 1969, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 aprile 1970 e trae origine dal nucleo del corso di laurea in Scienze Politiche della Facoltà di Giurisprudenza. Quarant'anni dopo la sua istituzione la Facoltà si interroga sulla propria storia, sul propria attualità, sul proprio futuro per ricostruire e rivedere il proprio progetto culturale, saggiandone la validità a fronte della realtà contemporanea, e per comprendere cosa siano oggi le scienze politiche, se e come possano rispondere alle nuove situazioni, esigenze e sfide della contemporaneità. Tali temi sono affrontati nel convegno Le Scienze Politiche nel mondo contemporaneo, che comprende una parte generale ed introduttiva ("La Facoltà di Scienze Politiche: l'interdisciplinarietà e l'internazionalizzazione"), una seconda parte ("La Facoltà di Scienze Politiche nell'Ateneo genovese") dedicata alla storia e ai protagonisti della nostra Facoltà, ed una terza ("Scienze Politiche: una Facoltà interdisciplinare") dedicata ai caratteri, alle componenti, alle aree tematiche, ai compiti, alle prospettive della Facoltà. Gli Atti del convegno vengono pubblicati nel presente volume.
Atti del Convegno "Le Scienze Politiche nel mondo contemporaneo"
Genova, 19 maggio 2010
a cura di Maria Antonietta Falchi
Genova, GUP, 2012, 198 pp. + illustrazioni, € 18.
La Facoltà di Scienze Politiche viene istituita con decreto presidenziale n.1236 del 31 ottobre 1969, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 aprile 1970 e trae origine dal nucleo del corso di laurea in Scienze Politiche della Facoltà di Giurisprudenza. Quarant'anni dopo la sua istituzione la Facoltà si interroga sulla propria storia, sul propria attualità, sul proprio futuro per ricostruire e rivedere il proprio progetto culturale, saggiandone la validità a fronte della realtà contemporanea, e per comprendere cosa siano oggi le scienze politiche, se e come possano rispondere alle nuove situazioni, esigenze e sfide della contemporaneità. Tali temi sono affrontati nel convegno Le Scienze Politiche nel mondo contemporaneo, che comprende una parte generale ed introduttiva ("La Facoltà di Scienze Politiche: l'interdisciplinarietà e l'internazionalizzazione"), una seconda parte ("La Facoltà di Scienze Politiche nell'Ateneo genovese") dedicata alla storia e ai protagonisti della nostra Facoltà, ed una terza ("Scienze Politiche: una Facoltà interdisciplinare") dedicata ai caratteri, alle componenti, alle aree tematiche, ai compiti, alle prospettive della Facoltà. Gli Atti del convegno vengono pubblicati nel presente volume.
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16 dicembre 2012
In libreria
Adriano Ardovino
Raccogliere il mondo. Per una fenomenologia della rete
Roma, Carocci, 2012, 326 pp.
Descrizione
Dalla nascita di Internet e del Web, storici della tecnologia, antropologi, sociologi e teorici dei mezzi di comunicazione di massa hanno fornito apporti essenziali all'intelligenza del fenomeno e alla ricostruzione dei suoi presupposti culturali. In questo variegato approccio "umanistico" è mancata una sintesi specificamente filosofica. Il pensiero contemporaneo, infatti, haspesso ricondotto l'innovazione a un generico mutamento epocale, preferendo concentrarsi sulla descrizione di singoli dispositivi e pratiche esemplari, dall'iPad al social networking. Questo volume offre un contributo
fenomenologico, mettendo a fuoco alcune categorie centrali - dall'intelligenza collettiva all'ipertesto - e indicando il loro orizzonteunitario - la capacità di raccolta della Rete - come qualcosa di distinto, anche se non separato, dagli aspetti applicativi e infrastrutturali. L'obbiettivo è pensare questo orizzonte come forma di mondo, comunità e linguaggio, aldilà di metafore riduttive che invitano ancora a percepire la Rete come collezione di luoghi virtuali ("posta", "piazza", "mercato", "biblioteca", "archivio" ecc.) o a scorgervi dinamiche puramente mass-mediali. Muovendo dalla "fenomenologia della tecnica" di Heidegger e da alcune suereinterpretazioni contemporanee, l'analisi coinvolge quegli autori - su tutti Lévy, Castells, Rheingold, Landow, Bolter, de Kerckhove - che con più passione e competenza hanno osservato l'evoluzione della Rete e fornito rilevanti categorie descrittive.
Dalla nascita di Internet e del Web, storici della tecnologia, antropologi, sociologi e teorici dei mezzi di comunicazione di massa hanno fornito apporti essenziali all'intelligenza del fenomeno e alla ricostruzione dei suoi presupposti culturali. In questo variegato approccio "umanistico" è mancata una sintesi specificamente filosofica. Il pensiero contemporaneo, infatti, haspesso ricondotto l'innovazione a un generico mutamento epocale, preferendo concentrarsi sulla descrizione di singoli dispositivi e pratiche esemplari, dall'iPad al social networking. Questo volume offre un contributo
fenomenologico, mettendo a fuoco alcune categorie centrali - dall'intelligenza collettiva all'ipertesto - e indicando il loro orizzonteunitario - la capacità di raccolta della Rete - come qualcosa di distinto, anche se non separato, dagli aspetti applicativi e infrastrutturali. L'obbiettivo è pensare questo orizzonte come forma di mondo, comunità e linguaggio, aldilà di metafore riduttive che invitano ancora a percepire la Rete come collezione di luoghi virtuali ("posta", "piazza", "mercato", "biblioteca", "archivio" ecc.) o a scorgervi dinamiche puramente mass-mediali. Muovendo dalla "fenomenologia della tecnica" di Heidegger e da alcune suereinterpretazioni contemporanee, l'analisi coinvolge quegli autori - su tutti Lévy, Castells, Rheingold, Landow, Bolter, de Kerckhove - che con più passione e competenza hanno osservato l'evoluzione della Rete e fornito rilevanti categorie descrittive.
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14 dicembre 2012
In libreria
Gunter Wallraff
Notizie dal migliore dei mondi. Una faccia sotto copertura
Roma, L'Orma editore, 2012, 312 pp.
Descrizione
Notizie dal migliore dei mondi. Una faccia sotto copertura
Roma, L'Orma editore, 2012, 312 pp.
Descrizione
Il più importante giornalista d'inchiesta tedesco, autore dello shoccante Faccia da turco, autentico pugno nello stomaco della Germania degli anni Ottanta, torna a travestirsi e infiltrarsi con consumata abilità d'attore per mostrare il mondo dell'emarginazione sociale in tutta la sua cruda realtà, dandone testimonianza in prima persona. Vivendo da extracomunitario di colore, impiegandosi in un call center o dormendo all'addiaccio con i senzatetto nel giorno più freddo dell'anno, Wallraff svela l'inferno del precariato e il terzo mondo della porta accanto. Cinque reportage per raccontare dall'interno lo sfruttamento e la miseria nella ricca Germania, solo in apparenza immune da ogni crisi. Il volume è arricchito da una nuova e rivelatrice indagine sugli errori e gli abusi della psichiatria contemporanea.
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12 dicembre 2012
In libreria
Alexandre Dumas
La camorra e altre storie di briganti
(a cura di Claude Schopp)
Roma, Donzelli, 2012, 326 pp.
Descrizione
Nel 1860, dopo aver raggiunto l’amico Giuseppe Garibaldi a Palermo, e aver seguito e accompagnato l’impresa dei Mille fino a Napoli, Dumas si ferma per ben tre anni nella città partenopea. Da lì, nella sua infaticabile attività di cronista e narratore, scriverà migliaia di pagine, da destinare sotto forma di corrispondenze alle riviste parigine, o di racconti agli editori di mezza Europa. In esse, la passione per la narrazione si sposa con il sostegno militante a favore delle forze che, finalmente, stanno sconfiggendo i Borboni nel Sud. E sono i Borboni, in prima persona, attraverso le loro decennali pratiche di malgoverno, i principali sostenitori, quasi si potrebbe dire i capi occulti, dei grandi fenomeni criminali che attraversano la capitale del vecchio regno meridionale e tante parti delle sue campagne. Ma anche la Chiesa ha un ruolo non marginale nel diffondersi e radicarsi del brigantaggio, favorito e incoraggiato dal livello di corruzione toccato da alcuni esponenti del clero. In questo volume sono raccolti gli scritti che Dumas dedicò alla camorra napoletana e al brigantaggio meridionale: sono pagine in cui l’abile penna dello scrittore francese si esercita su una materia che ha tutte le caratteristiche per esaltare il suo estro narrativo. I ritratti dei più celebri e temuti briganti sono all’altezza dei più noti personaggi dei suoi romanzi; al tempo stesso, un robusto spessore di «verità», sorretto da un solido utilizzo di fonti di prima mano, fa di questi scritti una straordinaria «inchiesta» ante litteram. Siamo alle origini di una discussione sui caratteri della criminalità organizzata nel Mezzogiorno d’Italia, che a distanza di 150 anni non cessa di interrogare le coscienze di chi vorrebbe estirpare una volta per tutte quelle piaghe.
Nel 1860, dopo aver raggiunto l’amico Giuseppe Garibaldi a Palermo, e aver seguito e accompagnato l’impresa dei Mille fino a Napoli, Dumas si ferma per ben tre anni nella città partenopea. Da lì, nella sua infaticabile attività di cronista e narratore, scriverà migliaia di pagine, da destinare sotto forma di corrispondenze alle riviste parigine, o di racconti agli editori di mezza Europa. In esse, la passione per la narrazione si sposa con il sostegno militante a favore delle forze che, finalmente, stanno sconfiggendo i Borboni nel Sud. E sono i Borboni, in prima persona, attraverso le loro decennali pratiche di malgoverno, i principali sostenitori, quasi si potrebbe dire i capi occulti, dei grandi fenomeni criminali che attraversano la capitale del vecchio regno meridionale e tante parti delle sue campagne. Ma anche la Chiesa ha un ruolo non marginale nel diffondersi e radicarsi del brigantaggio, favorito e incoraggiato dal livello di corruzione toccato da alcuni esponenti del clero. In questo volume sono raccolti gli scritti che Dumas dedicò alla camorra napoletana e al brigantaggio meridionale: sono pagine in cui l’abile penna dello scrittore francese si esercita su una materia che ha tutte le caratteristiche per esaltare il suo estro narrativo. I ritratti dei più celebri e temuti briganti sono all’altezza dei più noti personaggi dei suoi romanzi; al tempo stesso, un robusto spessore di «verità», sorretto da un solido utilizzo di fonti di prima mano, fa di questi scritti una straordinaria «inchiesta» ante litteram. Siamo alle origini di una discussione sui caratteri della criminalità organizzata nel Mezzogiorno d’Italia, che a distanza di 150 anni non cessa di interrogare le coscienze di chi vorrebbe estirpare una volta per tutte quelle piaghe.
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Etichette:
Grandi firme,
Libreria,
Storia del giornalismo,
Storia italiana
06 dicembre 2012
In libreria
Miriam Mafai
Una vita, quasi due
a cura
di Sara Scalia
Milano, Rizzoli, 2012, 270 pp.
Descrizione
“Sono nata sotto il segno felice del disordine.” È l’incipit di una vita, quella di Miriam Mafai, che avrebbe conosciuto molti colpi di scena, in decenni tormentati della storia europea: le persecuzioni razziali, la guerra mondiale, la Resistenza, la parabola grandiosa e tragica del comunismo fino allo sgretolarsi di quella potente illusione. Miriam era nata in una famiglia di artisti: pittore il padre, Mario Mafai, pittrice e scultrice la madre, Antonietta Raphaël, ebrea fuggita dai pogrom della Lituania e giunta in Italia dall’Inghilterra. Visse gli anni terribili dei bombardamenti a Genova e dell’occupazione nazista a Roma, durante la quale assieme alla sorella distribuiva clandestinamente “l’Unità”. Nel dopoguerra la passione fortissima – prima civile e solo in un secondo tempo politica – che ispirò molti della sua generazione la portò a proseguire la militanza come funzionaria del Pci in Abruzzo e assessore comunale a Pescara. Poi gli eventi del 1956, le rivelazioni del XX Congresso del Pcus, l’invasione dell’Ungheria, e il suo trasferimento a Parigi, per cominciare una nuova pagina della sua esistenza. Purtroppo, questo appassionante racconto di una donna e di un secolo si interrompe qui. L’autobiografia che per anni Miriam si era rifiutata di scrivere, e a cui aveva messo mano solo negli ultimi tempi, con impegno crescente e incalzata dalla malattia, non sarà mai terminata. La morte le ha impedito di narrarci la sua seconda vita, quella da giornalista. Ma il libro che leggiamo oggi, a cura della figlia Sara Scalia, ci restituisce lo sguardo penetrante di una bambina, poi di una ragazza e infine di una donna non comune, ostinata e coraggiosa, sul dipanarsi della storia: il lascito più prezioso ed emozionante di un’autrice amatissima.
*il libro è disponibile anche in formato e-book.
*il libro è disponibile anche in formato e-book.
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03 dicembre 2012
In libreria
Ferdinando Fasce
Le anime del commercio. Pubblicità e consumi nel secolo americano
Roma, Carocci, 2012, 240 pp.
Descrizione
La pubblicità ha una storia affascinante di manifesti, cartelloni, annunci sui giornali, spot televisivi, messaggi su internet. Una storia che ha contrassegnato gli Stati uniti del Novecento, dall'età dei commessi viaggiatori e degli imbonitori da fiere a quella del consumo diffuso, dei mass media, delle agenzie pubblicitarie. Il libro di Ferdinando Fasce (Università di Genova) ripercorre questa storia e il lavoro di uomini e donne impegnati a persuadere i loro simili a consumare, mostrando che il commercio ha avuto e ha più "anime".
*link all'Indice del libro.
Le anime del commercio. Pubblicità e consumi nel secolo americano
Roma, Carocci, 2012, 240 pp.
Descrizione
La pubblicità ha una storia affascinante di manifesti, cartelloni, annunci sui giornali, spot televisivi, messaggi su internet. Una storia che ha contrassegnato gli Stati uniti del Novecento, dall'età dei commessi viaggiatori e degli imbonitori da fiere a quella del consumo diffuso, dei mass media, delle agenzie pubblicitarie. Il libro di Ferdinando Fasce (Università di Genova) ripercorre questa storia e il lavoro di uomini e donne impegnati a persuadere i loro simili a consumare, mostrando che il commercio ha avuto e ha più "anime".
*link all'Indice del libro.
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Martedì 4 dicembre 2012 ore 17.45 il libro sarà presentato a Genova, Palazzo Ducale, Sala del Munizioniere con la partecipazione dell'autore, di Renato Tortarolo ("Il Secolo XIX") e Toni Muzi Falconi (New York University).
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