Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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21 gennaio 2013

Opportunità per l’innovazione giornalistica


Dopo una quantità innumerevole di libri che parlano delle esperienze che hanno fatto la storia del giornalismo, ecco finalmente un testo che valuta pro e contro delle situazioni odierne affrontate con le ultime novità tecnologiche alla mano. Si parla di iPad, di App Store e di Internet, ma soprattutto si discute dell’informazione e degli informati. Partendo dalla storia delle gazzette dal Seicento, Elena Valentini spiega l’evoluzione del giornale di carta fino all’iPad, uno degli ultimi gadget di moda marchiato Apple, che eredita diversi aspetti del quotidiano (periodicità di pubblicazione e integrità del prodotto) e se ne differenzia per altri (interattività, aggiornamento costante e condivisione). Esistono diversi tablet di altre marche, ma è grazie ai dispositivi Apple se si sono consolidati nella nostra quotidianità: l’azienda di Steve Jobs ha da sempre puntato alla scomparsa della separazione prodotto - utente, facendo concentrare le persone sulle esperienze possibili e attirandole con il design e la semplicità d’uso che contraddistingue le creazioni della Mela.
Insieme a smartphone, eReader e computer, le “tavolette digitali” hanno invaso il mercato dando la possibilità di un rinnovamento nel settore giornalistico, così come in passato hanno fatto televisione e Internet: contatto con il lettore, ipertestualità, formati audio e video fanno la loro comparsa sulle versioni online dei quotidiani. Secondo studi di settore, il 40% dei possessori di tablet usa magazine e libri digitali: numero che ha convinto alcuni editori a portare il quotidiano in formato elettronico. Ma un errore frequente è quello di limitarsi a impacchettare dei contenuti senza produrre un’effettiva innovazione, non sfruttando le potenzialità del nuovo medium. Ci sono problemi che ostacolano il progresso, come quelli di natura economica e di competenze umane, la velocità con cui arrivano le innovazioni tecnologiche e si aggiornano le piattaforme, la poca diffusione di connessione wi-fi gratuita in Italia e la mancanza della banda larga; senza dimenticare il rischio che l’enfasi tecnologica prenda il sopravvento a danno della qualità dei contenuti.
Nell’ultima parte del libro sono riportati stralci di interviste che confrontano riflessioni e opinioni di giornalisti, studiosi e direttori di riviste sull’opportunità dell’impiego dei tablet nel mondo dell’informazione. Si mostrano così paure e voglie di cambiamento, da chi afferma che bisognerebbe creare un’edizione apposita per il dispositivo a chi, pessimista, pensa che l’alluvione informativa sia solo un’iPad-mania di breve corso, destinata a sparire col passare del tempo. Ma quella che viviamo oggi è solamente una fase transitoria: una parte di lettori è raggiunta con la carta, un altro target con l’iPad: questa consapevolezza fa un gruppo editoriale vincente.
Un nuovo device non rappresenta la soluzione di una crisi, sia essa economica o sociale, visti anche l’elevato costo della tecnologia e la scarsa abitudine alla lettura che caratterizza l’Italia, ma prendendo atto delle specificità di ciascun contenitore è possibile valorizzare i contenuti creando un’esperienza di consumo appagante e diversa.
Beatrice Lombardo
 
Elena Valentini
Dalle gazzette all’iPad. Il giornalismo al tempo dei tablet
Milano, Mondadori Università, 2012, 240 pp.
 
 
 

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