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24 febbraio 2013
Media ed elezioni
Campagne elettorali tra “iperpoliticizzazione” all’italiana e
“depoliticizzazione” à la française
Il libro di Giuliano Bobba ritrova attualità nei giorni della rovente campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano. Infatti egli pone al centro della sua ricerca rapporto che lega la
politica ai media in due contesti apparentemente simili, nella realtà diversi. Come scrive lo stesso autore nell’introduzione del libro,
questo aspetto è stato solo parzialmente indagato dal mondo accademico benché
sia fondamentale per la comprensione del funzionamento dei meccanismi
democratici; la centralità della relazione che si stabilisce tra media e
politica è un anello essenziale del processo che conduce alla costruzione di interpretazioni
condivise della realtà.
L’autore
limita questo (altrimenti troppo) complesso studio a due soli stati: Italia e
Francia. I soggetti non sono stati scelti a caso, ma perché rappresentano i due
esempi più peculiari di “democrazie del pubblico”. Teorizzato nel 1995 dal
politologo francese Bernand Manin nel libro Principi del governo
rappresentativo, il concetto di democrazia del pubblico è impiegato per
descrivere quelle democrazie in cui la vita politica è scandita dai ritmi e
dalle esigenze dei media, dove i sondaggi diventano una modalità usuale
attraverso la quale sondare gli umori dell’opinione pubblica e dove si
affermano leader politici che sperimentano con successo nuove forme di
comunicazione diretta e altamente personalizzata con i cittadini. A questo
proposito lo studio si concentra sui due leader più attenti al rapporto con il
pubblico: Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy. Le somiglianze tra le due figure
in esame hanno portato alla clonazione del neologismo Berluscozy (o berlusconisation)
per sottolineare la quasi identità di strategie, operato e orizzonte politico
in cui i due leader si sono muovono. L’analisi sarebbe incompleta senza lo
studio dei loro rispettivi avversari Romani Prodi e Ségolène Royal impegnati
nell’utilizzo delle primarie come espressione della partecipazione diretta del
singolo cittadino alla politica.
Procedendo
secondo la logica del confronto, l’autore analizza il coverage politico della stampa e della televisione durante il
momento più delicato e interessante del rapporto media-politica, vale a dire la
campagna elettorale (del 2007 in Italia e del 2006 in Francia). L’autore,
benché cosciente dell’importanza del web (che lui stesso cita più volte come
attore mediatico fondamentale), non si sofferma sulla campagna on-line che influenza sempre di più la
politica, ma soprattutto il modo di fruire della politica da parte del
cittadino. Questa mancanza può anche essere attribuita al fatto che l’autore
non abbia a disposizione dati e statistiche sullo specifico rapporto tra
politica e internet che caratterizza quella che lui stesso chiama “la nuova
fase della post-mediazione”. La tendenza in atto è quella della
“disintermediazione”: internet ha dato alla politica la possibilità di
realizzare rapporti immediati, cioè privi di mediazione giornalistica, con il
cittadino-elettore.
Entrando
nello specifico dell’analisi ritengo utile riportare qui solo alcuni dei
passaggi più significativi del confronto tra l’Italia e la Francia.
Lo
schieramento politico della stampa è un fenomeno che riguarda sia i quotidiani
italiani sia quelli francesi. Infatti, non è difficile stabilire la posizione
politica dei principali quotidiani, lungi dal fornire un’informazione super partes. Indipendenti ed
equidistanti dai poteri politici ed economici si professano Il Corriere della Sera e Le Monde. Schierati a favore della
sinistra sono La Repubblica e, su
posizione ancor più estremiste Libération.
Le Figaro dichiara apertamente di
trovarsi su posizioni di destra. Più ibrida è la posizione de La Stampa che, figlia dell’editoria impura, tenta di mantenere una posizione di
equidistanza strizzando l’occhio di tanto in tanto agli interessi degli
industriali e di chi politicamente li appoggia. Inoltre, sia in Italia che in
Francia la pressione che gli editori esercitano sui propri quotidiani è
piuttosto forte.
In
entrambi i paesi, la televisione, nonostante l’alto numero di emittenti che
farebbe pensare al rispetto del pluralismo dell’offerta, è in mano a pochi. In
Italia assistiamo a un duopolio quasi perfetto tra Rai e Mediaset mentre
oltralpe a un oligopolio spartito fra tre operatori, France Télévision
(pubblica), Tf1 e M6 (private). Un dato interessante è la fiducia che i
cittadini dimostrano di avere nella televisione che risulta più elevata in Francia
che in Italia. Soltanto il 30% degli
italiani ha fiducia nella televisione contro il 48% dei francesi.
Lo
studio ha evidenziato, incrociando i dati sul numero articoli dedicati alla
politica e sulla loro visibilità all’interno del giornale, come in Italia
esista una maggiore offerta di notizie politiche, mentre la Francia si
caratterizza per una copertura più contenuta. Stesso risultato per quanto
riguarda le notizie offerte dai telegiornali.
La
prospettiva comparata impiegata dall’autore del libro unita alla quantità di
dati che egli possiede, rivela che le due “democrazie del pubblico” prese in
esame si riferiscono in realtà a contesti articolati e complessi che spesso
evidenziano peculiarità nazionali. Si potrebbe parlare di democrazia del pubblico
all’italiana e democrazia del
pubblico à la française.
In
conclusione, l’Italia si caratterizza per un’ampia copertura mediatica del
campo politico e per centralità che esso continua ad avere nel dibattito
pubblico, la Francia sembra subire un destino per molti versi opposto,
caratterizzato dalla perdita di importanza della politica sulla stampa e
televisione. Si parla dunque di “iperpoliticizzazione” italiana e, all’opposto,
di “depoliticizzazione” francese.
Ed
è per questo motivo che, secondo me, l’approccio comparato è stato un’ottima
scelta da parte dell’autore che, in questo modo, orienta il lettore più o meno
preparato in materia, nel complesso mondo dei media italiani e francesi senza
perdere di vista l’obiettivo e senza creare confusione o lasciare dubbi. A
parer mio, visto il risultato cui l’indagine arriva, sarebbe stato utile che
l’autore si soffermasse maggiormente sulle differenze dei due sistemi e
sorvolasse sulle somiglianze più evidenti.
Monica Scotto
Giuliano Bobba
Media
e politica in Italia e Francia.
Due democrazie del pubblico a confronto.
Milano, Franco Angeli, 2011.Archivio blog
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