Rolando Belvedere è un giornalista e scrittore romano che attualmente ricopre il ruolo di opinionista sulla rete televisiva RTI e scrive sul "Quotidiano della Calabria". Nel 2008 ha ideato e realizzato il periodico culturale "Biblionews". Nel 2011 ha pubblicato Dietro i media del Quarto mondo, un libro che conduce il lettore in un vero e proprio viaggio attraverso i meccanismi della comunicazione radicati nei paesi più poveri del mondo.
Nell’era della globalizzazione ognuno di noi è ormai sommerso da notizie di ogni genere che rimbalzano in tempo reale da una parte all’altra dell’emisfero. Belvedere, grazie a uno stile rapido, asciutto e incisivo, spalanca una finestra su una realtà del tutto differente, descrivendo nei dettagli la situazione di degrado sociale che stanno vivendo, ancora nel XXI secolo, circa 805 mila persone in tutto il mondo. Stati come Haiti, Angola, Burkina Faso, Burundi, Ciad, Afghanistan, Bangladesh, Nepal, Laos, Cambogia, solo per citarne alcuni, vivono tutt’oggi in totale isolamento mediatico, l’unica forma di comunicazione è orale o, nei migliore dei casi, via radio. D’altronde come lo stesso autore afferma, chi di noi dovendo sopravvivere con meno di un dollaro al giorno si occuperebbe di spendere i pochi risparmi per un quotidiano o un libro? L’informazione è tuttavia un elemento necessario per la crescita sociale e culturale di uno Stato, poiché contribuisce a preservarne l’identità nazionale. Purtroppo proprio l’indispensabilità dei media, il fatto che nessuno può vivere senza comunicazione, ha contribuito al peggioramento della sua qualità. Il Primo Mondo, ovvero i paesi industrializzati, ha lentamente trasformato la notizia in pura "merce" di scambio, che rispetta proprie leggi di mercato e che di conseguenza, per essere acquistata, deve apparire il più "attraente" possibile. La cronaca è sostituita dal puro intrattenimento, le notizie pessimistiche sono soppiantate da racconti improntati all’ottimismo.
Uno degli obbiettivi dei governi del Quarto mondo è inoltre manipolare l’opinione pubblica, in alcuni casi reprimerla attraverso l’uso della violenza.
Reporters sans Frontières, che monitora la libertà di stampa in tutto il mondo, ha registrato, nel 2009, l’uccisione di 77 giornalisti. Sono numeri inaccettabili, sono donne e uomini morti in nome del coraggio di essere riusciti a infrangere, anche solo per un istante, il silenzio che sta inghiottendo questi paesi.
Uno spiraglio di speranza si scorge tuttavia nel mondo del web, dove l’informazione è ancora molto difficile da controllare. In Myanmar, per esempio, nonostante la legge imponga un autorizzazione per avere il modem, sui 48 milioni di abitanti oltre 50 mila navigano su internet per aggirare la censura.
La lettura di questo saggio è consigliata a tutti coloro che sentono la necessità di allontanarsi dagli schemi mentali e sociali imposti dalla civiltà capitalistica, che desiderano capire la vera importanza della libertà di opinione e della libertà di stampa. I paesi più poveri del mondo stanno tutt’ora lottando per questi diritti fondamentali, mentre gli Stati del primo mondo continuano la propria vita frenetica senza nemmeno curarsene.
Camilla Licalzi
Rolando Belvedere
Dietro i media del Quarto mondo.
Nuova geopolitica della comunicazione
Roma, Armando editore, 2011
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