Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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08 agosto 2013

Italia e Francia: trovarsi, mancarsi

Occhio ai falsi amici, parole insidiose per gli ignari viaggiatori. Déjeuner  è un classico esempio di “falso amico” francese, non vuole dire “digiunare” ma addirittura qualcosa di opposto: “pranzo”. In linguistica i “falsi amici” sono appunto quei lemmi che, pur somigliando ad un'altra lingua, hanno  un significato diverso.   Francia e Italia sono falsi amici?  In questo libro,  Anais Ginori, giornalista franco-italiana de “La Repubblica”,  racconta, in modo scorrevole e gustoso, gli equivoci, le tensioni  e le passioni che hanno contrassegnato, in particolare negli ultimi anni, i rapporti tra i due paesi “cugini”. Italia e Francia  hanno grandi affinità storiche e culturali, ma ogni tanto affiorano tra loro incomprensioni e rivalità. Pensiamo ai due ex Presidenti Sarkozy e Berlusconi: hanno iniziato la loro carriera politica stimandosi, ma l’hanno finita odiandosi.  Ormai  è storica quella conferenza stampa a Bruxelles,  il 24 ottobre 2011, in cui Angela Merkel e Sarkozy, a una domanda  sulla credibilità di Berlusconi, si guardano in faccia e ridono.  In realtà, Silvio e Nicolas hanno avuto una parabola con diversi punti di contatto, persino  a  livello di vicende private (lasciati dalle rispettive mogli, sia pure con motivazioni diverse…), ed anche  un tramonto comune... Oggi c’è sicuramente maggiore consonanza  di vedute tra il premier francese Hollande e quello italiano Letta (dopo la parentesi Monti).  Anche sullo scenario  internazionale non sono mancati motivi di frizione negli ultimi anni, basti pensare alla questione della guerra in Libia, praticamente imposta a un Berlusconi riluttante e fino al giorno prima amico di Gheddafi. In realtà,  la rivalità-concorrenza tra i due paesi confinanti sembra non cessare anche nel dopoguerra, visti i rilevanti  interessi economici  tuttora in  gioco in quel paese. Lo stesso problema dell’immigrazione è stato al centro della disputa fra i due paesi “amici-nemici”, peccato che in gioco  c’era la  vita di persone in carne e ossa: quando centinaia di tunisini sbarcano a Lampedusa, l’Italia allarga le maglie dei controlli sui migranti  e inventa vari trucchi  per spingerli  verso la Francia. Si arriva al punto che al confine di Ventimiglia viene bloccato il traffico ferroviario dall’Italia.  E molti  tunisini che riescono ad arrivare  in Francia vengono rispediti indietro. Un caos. Eppure i due paesi non avevano sostenuto le rivoluzioni arabe  insieme e, ovviamente “per motivi umanitari”,  non erano alleati contro il  dittatore libico Gheddafi?
Un altro motivo di frizione riguarda  il tema del terrorismo.  In questo senso Sarkozy è stato coerente   con la  cosiddetta “dottrina Mitterand”, tesa a negare l’estradizione  a persone imputate o condannate, in particolare italiani, per atti violenti ma di ispirazione politica. Di fatto, in oltre trent’anni solo una estradizione è stata concretamente eseguita, quella di Paolo Persichetti. Caso emblematico è stato quello di Cesare Battisti, ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo, che ha vissuto molti anni in Francia, e che quando viene arrestato nel 2004 riesce a fuggire, semina i poliziotti nel metrò, si imbarca per il Sudamerica, dove verrà poi arrestato nel 2007 a Rio de Janeiro. Dirà di essere stato aiutato nella fuga dai servizi segreti francesi.
Anche nei media non manca la competizione. Qui un aspetto interessante è  stata l’avventura della “Cinq”, un canale privato francese, utilizzato da  Berlusconi, dal 1986 al 1992, per  esportare in Francia il modello “Canale 5”.  In realtà, quella  fu un’esperienza breve e travagliata, che finì con un dissesto finanziario, la  prima grave  sconfitta di Berlusconi, che, probabilmente, ha segnato il suo  declino come imprenditore internazionale e l’inizio della sua contrastata  avventura politica in Italia, in concomitanza di Tangentopoli e la fine della Prima Repubblica.
Nel cinema un tempo Italia e Francia  avevano diversi punti di incontro, anche  per contrastare l’invasione dei film americani e rafforzare le proprie affinità elettive. Ma l’idillio di una volta oggi  è terminato, la concorrenza è aperta, tanto che  le pellicole italiane nel circuito  francese continuano a essere poche, mentre solo di recente sono aumentati i film francesi in Italia. Per il cinema italiano resiste però Cannes, dove hanno avuto successo film come Il Caimano, Il Divo, Gomorra. Forse da lì bisognerebbe ricominciare per rilanciare un discorso comune, dalla Croisette.
Il confronto fra i due paesi potrebbe continuare, dalla gastronomia allo sport.
Il libro, che avrebbe potuto anche essere titolato Falsi nemici, è ricco di testimonianze e aneddoti, anche gustosi,  su questa rivalità, fatta di incomprensioni, di scoperte reciproche,  ma anche di attrazione fra  due paesi,  così storicamente e culturalmente vicini, che  si guardano, si confrontano, competono, in una sorta di relazione più o meno amorosa, in cui è bello cercarsi, ritrovarsi, ma anche mancarsi.
Alessandra Panetta


Anais Ginori
Falsi Amici. Italia e Francia, relazioni pericolose
Roma, Fandango, 2012, pp. 206.



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