Occhio ai falsi amici, parole insidiose per gli
ignari viaggiatori. Déjeuner è
un classico esempio di “falso amico” francese, non vuole dire “digiunare” ma
addirittura qualcosa di opposto: “pranzo”. In linguistica i “falsi amici” sono
appunto quei lemmi che, pur somigliando ad un'altra lingua, hanno un significato diverso. Francia e Italia sono falsi amici? In questo libro, Anais Ginori, giornalista franco-italiana de “La
Repubblica”, racconta, in modo
scorrevole e gustoso, gli equivoci, le tensioni e le passioni che hanno contrassegnato, in particolare negli
ultimi anni, i rapporti tra i due paesi “cugini”. Italia e Francia hanno grandi affinità storiche e culturali,
ma ogni tanto affiorano tra loro incomprensioni e rivalità. Pensiamo ai due ex
Presidenti Sarkozy e Berlusconi: hanno iniziato la loro carriera politica
stimandosi, ma l’hanno finita odiandosi.
Ormai è storica quella
conferenza stampa a Bruxelles, il 24
ottobre 2011, in cui Angela Merkel e Sarkozy, a una domanda sulla credibilità di Berlusconi, si guardano
in faccia e ridono. In realtà, Silvio e
Nicolas hanno avuto una parabola con diversi punti di contatto, persino a
livello di vicende private (lasciati dalle rispettive mogli, sia pure
con motivazioni diverse…), ed anche un
tramonto comune... Oggi c’è sicuramente maggiore consonanza di vedute tra il premier francese Hollande e
quello italiano Letta (dopo la parentesi Monti). Anche sullo scenario
internazionale non sono mancati motivi di frizione negli ultimi anni,
basti pensare alla questione della guerra in Libia, praticamente imposta a un
Berlusconi riluttante e fino al giorno prima amico di Gheddafi. In realtà, la rivalità-concorrenza tra i due paesi
confinanti sembra non cessare anche nel dopoguerra, visti i rilevanti interessi economici tuttora in
gioco in quel paese. Lo stesso problema dell’immigrazione è stato al
centro della disputa fra i due paesi “amici-nemici”, peccato che in gioco c’era la
vita di persone in carne e ossa: quando centinaia di tunisini sbarcano a
Lampedusa, l’Italia allarga le maglie dei controlli sui migranti e inventa vari trucchi per spingerli verso la Francia. Si arriva al punto che al confine di
Ventimiglia viene bloccato il traffico ferroviario dall’Italia. E molti
tunisini che riescono ad arrivare
in Francia vengono rispediti indietro. Un caos. Eppure i due paesi non
avevano sostenuto le rivoluzioni arabe
insieme e, ovviamente “per motivi umanitari”, non erano alleati contro il
dittatore libico Gheddafi?
Un altro motivo di frizione riguarda il tema del terrorismo. In questo senso Sarkozy è stato
coerente con la cosiddetta “dottrina Mitterand”, tesa a
negare l’estradizione a persone
imputate o condannate, in particolare italiani, per atti violenti ma di
ispirazione politica. Di fatto, in oltre trent’anni solo una estradizione è
stata concretamente eseguita, quella di Paolo Persichetti. Caso emblematico è
stato quello di Cesare Battisti, ex militante dei Proletari Armati per il
Comunismo, che ha vissuto molti anni in Francia, e che quando viene arrestato
nel 2004 riesce a fuggire, semina i poliziotti nel metrò, si imbarca per il
Sudamerica, dove verrà poi arrestato nel 2007 a Rio de Janeiro. Dirà di essere
stato aiutato nella fuga dai servizi segreti francesi.
Anche nei media non manca la competizione. Qui un
aspetto interessante è stata
l’avventura della “Cinq”, un canale privato francese, utilizzato da Berlusconi, dal 1986 al 1992, per esportare in Francia il modello “Canale
5”. In realtà, quella fu un’esperienza breve e travagliata, che
finì con un dissesto finanziario, la
prima grave sconfitta di
Berlusconi, che, probabilmente, ha segnato il suo declino come imprenditore internazionale e l’inizio della sua
contrastata avventura politica in
Italia, in concomitanza di Tangentopoli e la fine della Prima Repubblica.
Nel cinema un tempo Italia e Francia avevano diversi punti di incontro,
anche per contrastare l’invasione dei
film americani e rafforzare le proprie affinità elettive. Ma l’idillio di una
volta oggi è terminato, la concorrenza
è aperta, tanto che le pellicole
italiane nel circuito francese
continuano a essere poche, mentre solo di recente sono aumentati i film
francesi in Italia. Per il cinema italiano resiste però Cannes, dove hanno
avuto successo film come Il Caimano, Il Divo, Gomorra. Forse da lì
bisognerebbe ricominciare per rilanciare un discorso comune, dalla Croisette.
Il confronto fra i due paesi potrebbe continuare,
dalla gastronomia allo sport.
Il libro, che avrebbe potuto anche essere titolato Falsi
nemici, è ricco di testimonianze e aneddoti, anche gustosi, su questa rivalità, fatta di incomprensioni,
di scoperte reciproche, ma anche di
attrazione fra due paesi, così storicamente e culturalmente vicini,
che si guardano, si confrontano,
competono, in una sorta di relazione più o meno amorosa, in cui è bello
cercarsi, ritrovarsi, ma anche mancarsi.
Alessandra Panetta
Anais Ginori
Falsi Amici. Italia e Francia, relazioni pericolose
Roma, Fandango, 2012, pp. 206.
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