Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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09 febbraio 2014

Napoleone, stratega della comunicazione


A quasi 200 anni dalla sua scomparsa, la figura di Napoleone Bonaparte continua ad affascinare e a far parlare di sé. Sull'epopea del corso sono state scritte innumerevoli opere, dedicate a quello che fu certamente un grande generale, un impareggiabile stratega militare e politico, ma anche un tiranno senza scrupoli, disposto a tutto pur di mantenere il potere. Eppure per Roberto Race, giornalista e consulente in comunicazione e public affairs, Napoleone è stato molto di più: un eccezionale comunicatore, uno stratega del marketing di se stesso, in grado di promuovere come nessun altro la propria immagine all'interno e all'esterno della Francia. Un uomo capace di uscire dall'oblio in cui era stato rilegato dalle potenze avversarie e di imprimere il proprio marchio indelebile nella storia, attraverso quel capolavoro comunicativo rappresentato dal Memoriale di Sant'Elena, uno dei più grandi successi editoriali del XIX secolo, l'ultima grande vittoria dell'Imperatore.
Nel suo Napoleone il comunicatore. Passare alla storia non solo con le armi, l'autore ripercorre le tappe principali della vita del francese, dalla prima campagna d'Italia del 1796, all'incoronazione a imperatore alla presenza di papa Pio VII, fino alla sconfitta di Waterloo e al successivo esilio a Sant'Elena, ma lo fa da una prospettiva completamente nuova, mostrando come nell'ascesa (e caduta) del corso la comunicazione abbia rivestito un ruolo fondamentale. Race accompagna il lettore alla scoperta di un Napoleone inedito, consapevole, fin da subito, che la chiave per mantenere il potere è il consenso. Quello che conta è ergersi a modello, mostrarsi come l'unico in grado di guidare un esercito o una nazione. L'Empereur non spartisce il potere con nessuno, è il dominus unico, e tuttavia quello che il popolo o le truppe si trovano davanti non è un despota, un sovrano nel senso letterale del termine. Per raggiungere un simile risultato il francese si serve della stampa, dell'arte, dei Bollettini di Guerra, ma anche di tecniche più sofisticate e innovative, come il merchandising e la propaganda.
Dalle pagine del libro emerge la figura di un leader politico scaltro, che ha capito prima di tutti l'importanza dell'opinione pubblica. Napoleone inventa la figura del moderno capo di Stato, ma se la situazione lo richiede è in grado di agire da "populista": parla alla pancia delle persone, dice loro quello che vogliono sentirsi dire, riesce a presentarsi come l'eroe della rivoluzione nello stesso momento in cui, con il colpo di stato del 18 brumaio, vi pone definitivamente fine, imponendo una svolta autoritaria alla Francia e preparandosi a porre l'Europa intera sotto il proprio dominio per un quindicennio.
La straordinaria lungimiranza del corso porta l'autore a scorgere, in una misura apparentemente restrittiva come quella del Blocco Continentale del 1806, l'embrione della futura Unione Europea. Una considerazione ardita, ma certamente affascinante, specialmente se si rileggono le parole profetiche dello stesso Napoleone: l'Europa «troverà equilibrio solo nella riunione e nella confederazione dei grandi popoli».
Nel complesso, il libro risulta interessante e piacevole alla lettura. Race adotta uno stile semplice e appassionante, inducendo il lettore a soffermarsi anche sui più piccoli dettagli che hanno caratterizzato l'agire di un uomo sì del passato, ma ancora oggi incredibilmente moderno.
Giacomo Tasso

Roberto Race
Napoleone il comunicatore.
Passare alla storia non solo con le armi,
Milano, Egea, 2012, 141 pp.


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