Il libro di Giuseppe Tipaldo si presenta al lettore come un manuale introduttivo all'analisi del contenuto e come richiama il titolo, L'analisi del contenuto e i mass media, è strutturato in due sezioni: una prima parte si occupa di presentare una breve storia degli studi di analisi del contenuto e le principali metodologie, la seconda offre una serie di esempi pratici di applicazione delle tecniche esposte in precedenza nell'ambito della carta stampata, della televisione e del web. Nell'introduzione l'autore si prefigura come lettori ideali del suo libro ricercatori, studenti, professionisti della comunicazione e studiosi di discipline affini alla sociologia, come linguistica e semiotica. L'argomento trattato non è dei più semplici ma Tipaldo propone un percorso ben strutturato che accompagna il lettore, anche poco conoscitore dell'argomento, alla scoperta dell'analisi del contenuto e le sue applicazioni. Non stupisce di scoprire che l'autore è un giovane professore universitario poiché in tutto il libro è frequente trovare alcuni esempi in grado di attirare i lettori verso una materia difficile e complessa. Per esempio nel trattare l'analisi delle contingenze, una delle metodologie esposte nella prima parte, non resiste nel proporre come enunciato da analizzare uno degli incipit dei discorsi dell'on. Cetto La Qualunque, un personaggio caricaturale, ideato da Antonio Albanese, che incarna lo stereotipo del politico scorretto (Tipaldo p. 73). Poco più avanti, nel paragrafo in cui espone il modello di analisi degli asserti valutativi, spiega la teoria dell'equilibrio di Heider proponendo come esempio la relazione amorosa di Paolo e Francesca, i due amanti sfortunati che Dante incontra nell'Inferno. Questi sono solo alcuni degli esempi che l'autore usa per chiarire i concetti più difficili da comprendere, scegliendoli sapientemente per non far cadere i lettori, e soprattutto gli studenti, nello sconforto di fronte ad una materia ostica.
L'autore scrive con uno stile chiaro e diretto, anche se gli argomenti trattati, come già affermato, non sono di facile comprensione. E' frequente trovare dei rimandi ai capitoli precedenti, come “forse è utile ricordare..”(Tipaldo p. 186) nel momento in cui vengono affrontati argomenti già discussi, un altro escamotage usato spesso durante le lezioni dai professori.
La seconda parte del manuale risulta più interessante poiché dalle varie metodologie dell'analisi del contenuto si passa ad alcune applicazioni pratiche. Il capitolo più accattivante è quello in cui l'autore propone uno studio su oltre 4000 tweet inerenti l'hashtag elezioni2013, nel periodo tra il 22 e 26 febbraio del 2013. Tipaldo afferma che gli analisti devono “stare al passo coi tempi” e tenersi aggiornati sull'evolversi delle nuove tecnologie, ampliando le loro conoscenze informatiche, che in precedenza non erano richieste.
Come più volte afferma l'autore è fondamentale che l'analista rifletta attentamente sui criteri e i metodi adottati per la sua ricerca poiché “non è la tecnica a dover in primo luogo orientare il percorso dell'analista” (Tipaldo p. 197). Egli è favorevole all'uso combinato delle varie metodologie di analisi e afferma che non bisogna dimenticare che gli esiti di una ricerca sono solo una delle tante interpretazioni possibili di un testo. “Infine, poiché la ricerca può essere pensata nei termini di un'attività strategica costellata di scelte tra alternative, la qualità dei risultati è in ultima istanza responsabilità dell'analista “(Tipaldo p. 200).
Questo manuale, così ben strutturato, può essere un primo strumento in grado di avvicinare studenti e studiosi al mondo dell'analisi del contenuto e alle sue applicazioni nella realtà quotidiana. L'autore, con esempi accattivanti e presentando ricerche su argomenti e temi contemporanei, invita ad approfondire l'argomento e risveglia nei lettori quel senso critico nei confronti dei media che spesso si “spegne” a causa dell'abitudine, o forse, della rassegnazione.
Sara Depaoli
Giuseppe Tipaldo
L'analisi del contenuto e i mass media
Bologna, Il Mulino, 2014, pp 216.
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