Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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21 maggio 2014

Intervista al Novecento

Il bardo, nell’antichità e tra le popolazioni celtiche, era solito vagare di corte in corte narrando storie, con appresso un unico vessillo distintivo: uno strumento musicale.
In base alle diverse interpretazioni storiche il bardo fu figura di notevole importanza, perché vero e proprio catalizzatore di notizie, un pellegrino consigliere dotato di ottima autorevolezza, nonché preziosa fonte di informazione.
Sostituiamo il periodo storico, lo strumento musicale mutando diviene una penna, motivo di ascolto e di ospitalità diventerà l’intervista: emblema del "bardo moderno" qual è Antonio Ferrari.
Sgretolamento.Voci senza filtro è proprio questo: un pellegrinaggio. Una erranza fatta di incontri, colloqui, dissidi, scontri, statisti, leader religiosi, presidenti e giornalisti. Domande e risposte fra i territori del Medio-Oriente, dell’Europa balcanica e sovietica, cavalcando i giorni controversi, intensi e burrascosi degli anni Ottanti.
L’erranza dell’autore è tangibile. Il piacere del viaggio, l’amore verso l’esotico, e il riferimento a quei luoghi che lo hanno sedotto e a volte abbandonato, è ricorrente nei racconti del giornalista.
"Se Beirut calamita la passione, Gerusalemme alimenta lo spirito; se Amman ti affascina con la sua quiete e il suo ordine assai poco mediorientale, Damasco ti pratica un’iniezione di magia". Scrive Ferrari.
Protagonista di questo libro è senza dubbio l’autore, che si pone come obiettivo quello di chiarire i punti più salienti del decennio culminato con la caduta del Muro di Berlino e del suo checkpoint Charlie.
E l’intervista, vera e propria "arma segreta" dell’ex inviato storico del "Corriere della Sera", viene posta quasi come sottofondo, risaltando ciò che più interessa a Ferrari: il background, i retroscena, la messa a nudo delle figure da lui interpellate, veri e propri protagonisti della politica di quel tempo.
Tramite un interessante continuum storico e narrativo, il giornalista riesce abilmente nel suo intento. Fra le pagine trapelano emozioni, risentimenti, atteggiamenti ambigui e confessioni, menzogne e verità celate. Ma oltre che a spogliare dalle proprie vesti istituzionali l’intervistato di turno, Ferrari mette in gioco anche se stesso, rivive flaskback e ricordi, ripercorrendo le frustrazioni, i rammarichi, le gioie e le proprie vicende professionali.
Ferrari tocca, tramite gli incontri con i suoi protagonisti, temi e situazioni tra le più critiche e oscure.
Si passa dall’idealista e insieme corruttore, egoista e generoso Arafat all’incontro con Pierre Gemayel; dalla causa palestinese, dai conflitti con Israele, fino alle menzogne sulla Strage di Sabra e Chatila e la guerra in Libano.
I segreti dell’attentato a Papa Wojtyła del 1981,la sua pista bulgara, lo scandalo p2. L’intervista, quasi un duello, con il "divo" Giulio Andreotti, nella quale Ferrari ne esce sconfitto ma in qualche modo consapevole.
La passione per la politica turca, i suoi intrighi, i suoi drammi e i suoi eroi. Il racconto dell’empatia plasmata sul rispetto, sull’intesa intellettuale con il suo amico giornalista Ugur Mumcu, ammazzato nel 1993 con un autobomba davanti a casa sua .
Ferrari studia l’ondata Gorbacev nell’Europa dell’epoca, la Romania del "Conducator" Ceaușescu, e il suo rapporto tumultuoso con Bucarest.
E ancora la Siria e i suoi rapporti con Mosca, la Giordania e l’intervista al suo Re Hussein.
L’autore torna in Cecoslovacchia, luogo di malinconia. I ricordi e rimandi alla propria giovinezza, alla mitizzazione della Primavera di Praga, si mischiano alla tristezza della censura e alla commozione di un artista del luogo e alla sua interprete.
E molto, molto altro. Gli intervistati sono 28 e nessuna situazione internazionale sfugge al registratore e alla penna di Ferrari. Compresa la Grecia, l’ex discusso premier Papandreu, il suo Pasok e il "progetto Gladio" smantellato dai militari ellenici.
Ogni sfumatura viene colta dalla sensibilità del giornalista: dall’amore per l’Italia dell’europeista Helmut Schmidt alle confessioni "scomode" del suo ex direttore del "Corriere della Sera" Alberto Cavallari.
Antonio Ferrai ha la capacità di coinvolgere il lettore, di farlo sedere alla tavola rotonda dell’intervista. Lo coinvolge, lo fa interagire. Lo rende partecipe. Per tutte queste ragione, catalogare Sgretolamento.Voci senza filtro come una mera raccolta di intervista, sarebbe riduttivo e di una devianza colossale. Questo libro è un’esperienza, e in quanto tale deve essere vissuta.
Gabriele Ciuffreda






Antonio Ferrari
Sgretolamento. Voci senza filtro
Milano,  Jaca Book,
2013, 176 pp.

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