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30 aprile 2016
Un libro che ritorna dopo 68 anni
A tutti può essere capitato di rimanere colpiti da un libro e non lasciarlo più, magari preso in prestito in una biblioteca e dimenticato poi sullo scaffale della propria libreria. In Nuova Zelanda, nella capitale Auckland, una donna si è appassionata a tal punto di Miti e Leggende della terra dei Maori, da restituirlo ben 67 anni dopo. Infatti, il prestito risale al 1948 e gli sarebbe costato 24605 dollari di multa ma i bibliotecari commossi dalla storia non l’hanno applicata. Nel 2016 forse sarebbe più difficile dati i nuovi mezzi di comunicazione di cui sono dotate le biblioteche attuali e che avvertono l’utente appena un libro è in scadenza.
Si viene cosi a scoprire che a differenza delle nostre biblioteche il cui prestito è gratuito in quelle neozelandesi bisogna dare un minimo contributo fino a tre pence per una settimana di prestito a un penny per i giorni a seguire.
Nella mia vita fino ad oggi ho amato diversi libri e riletto i libri che mi hanno maggiormente colpito. Infatti penso che un libro letto in una determinato periodo rimanga parte di noi. Per mia esperienza personale ho due grandi classici della letteratura che mi hanno accompagnato in alcuni viaggi: se penso a Jane Eyre di Charlotte Bronte mi torna subito alla mente un aereo diretto a New York in procinto di sorvolare l’oceano atlantico. L’altro libro invece è Ragione e Sentimento di Jane Austen letto in un aeroporto londinese nel 2013 aspettando il volo che mi riportava in Italia dal mio soggiorno inglese.
Posso capire bene l’amore per un libro come la signora neozelandese anche se mi sembrano veramente tanti sessantotto anni per restituirlo.
Elisabetta Corsi
29 aprile 2016
1986: L'Italia entra in Internet
"Fra
non molto tempo saremo invasi da una massa enorme di messaggi. Già oggi non li
si chiama più ‘informazione’. Più semplicemente, si dice ‘comunicazione’. Sarà
dunque un’immersione totale, nella comunicazione. Via etere, via satellite
artificiale, via filo del telefono: voce, suono, immagine, interi testi di
parole. In casa: cassette, video-disco, apparecchi di ogni genere per
registrare, filmare, riprodurre, televisori per comunicare direttamente con
centri di informazione, banche di dati, colossali archivi per farsi un giornale
secondo le proprie esigenze di tempo ed argomento, e per interagire. Interagire
vorrà dire anche scegliere, prenotare, ordinare. Ma anche essere controllati.
Chi è in contatto con cosa? Di che cosa saremo effettivamente ‘domanda’,
committenti, consumatori?"
Enrica Basevi
*E. Basevi, "Gutenberg e il calcolatore. Quale futuro per i giornali?", De Donato, Bari 1982, p. 5.
28 aprile 2016
Donne e informazione
Corso di Laurea magistrale in Informazione ed Editoria
DAFIST – DIRAAS - DISPO
DAFIST – DIRAAS - DISPO
Giovedì 28 aprile 2016, ore 10 - Aula Mazzini , Via Balbi 5, Genova - III piano
Il Global Media Monitoring Project.
Il Global Media Monitoring Project.
Report 2015: Donne e informazione
Con la partecipazione di Monia Azzalini (Osservatorio di Pavia) e di Filippo Paganini (Presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti).
Con la partecipazione di Monia Azzalini (Osservatorio di Pavia) e di Filippo Paganini (Presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti).
L’incontro si svolge nell’ambito delle attività seminariali per la formazione continua dei giornalisti.
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Etichette:
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Università
26 aprile 2016
In libreria
Valentina Cremonesini - Stefano Cristante
La parte cattiva dell'Italia. Sud, media e immaginario collettivo
Mimesis, Milano, 2015.
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La parte cattiva dell'Italia. Sud, media e immaginario collettivo
Mimesis, Milano, 2015.
Descrizione
Cos’è il Sud Italia nella comunicazione di massa? Come viene narrato? Queste domande hanno rappresentato il punto di partenza dell’indagine proposta in questo libro. La parte cattiva dell’Italia analizza con gli strumenti della sociologia della comunicazione gli elementi di un racconto meridionale che si sbriciola in una perenne altalena tra stereotipi e occasioni di innovazione. Il quadro che ne scaturisce registra una consistente rimozione dell’antica questione meridionale e un suo slittamento ideologico e semantico verso un apparentemente più tranquillizzante “Fattore M”, cioè un viluppo di problematiche e di atteggiamenti interpretativi che si fanno via via più chiari indagando telegiornali e testate nazionali, siti internet e opinioni di protagonisti dell’industria culturale. Oggi che tutti gli indicatori confermano la drammatica condizione del Sud all’interno di una crisi profonda e perdurante, occorre ammettere che la rimozione di un terzo dell’Italia dal dibattito nazionale non aiuta né il Sud né l’Italia
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25 aprile 2016
Quel 25 Aprile
"Il male stava nel passato, nei fascisti e nei nazisti che si ostinavano a perpetuarlo; il bene stava nel futuro che tutti insieme, per una volta compiutamente italiani, si voleva costruire."
Giovanni De Luna
*G.De Luna, La Resistenza perfetta, Feltrinelli, 2015, p. 13.
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24 aprile 2016
In libreria
L'Italia e l'Europa negli anni Ottanta.Storia, politica, cultura
a cura di Lara Piccardo, FrancoAngeli, Milano, 2015, pp. 176.
Descrizione
Perché studiare gli intrecci tra Italia ed Europa negli anni Ottanta? A livello europeo essi fecero da sfondo al percorso di "riunificazione" del Vecchio Continente, diviso per oltre quarant'anni dalla pesante cortina di ferro. La caduta del Muro di Berlino rappresentò un fattore di accelerazione del processo d'integrazione comunitaria, ma ne avrebbe modificato alcuni caratteri e in parte la direzione. La stretta interconnessione tra le riforme interne promosse da Gorbacëv e la sua politica estera si tradusse anche nel disegno della "casa comune europea"; con il Piano Genscher-Colombo la dimensione politica dell'integrazione pose l'accento sull'europeismo del governo italiano in quegli anni; il Parlamento europeo, eletto per la prima volta a suffragio universale nel 1979, appariva come il luogo della costruzione democratica dell'edificio comunitario; la Commissione europea s'impegnò più attivamente anche attraverso azioni e programmi nel contesto ampio dell'educazione e della cultura, per incidere nei vari settori dell'opinione pubblica e accelerare la creazione di una identità europea diffusa. Per questo il volume racchiude i risultati di una ricerca interdisciplinare in cui storici, scienziati della politica e geografi, coniugando differenti metodologie d'indagine, hanno contribuito a indagare temi e momenti diversi, ma peculiari, di un decennio particolarmente significativo nella storia dell'Europa e dell'Italia.
Indice del volume:
a cura di Lara Piccardo, FrancoAngeli, Milano, 2015, pp. 176.
Descrizione
Perché studiare gli intrecci tra Italia ed Europa negli anni Ottanta? A livello europeo essi fecero da sfondo al percorso di "riunificazione" del Vecchio Continente, diviso per oltre quarant'anni dalla pesante cortina di ferro. La caduta del Muro di Berlino rappresentò un fattore di accelerazione del processo d'integrazione comunitaria, ma ne avrebbe modificato alcuni caratteri e in parte la direzione. La stretta interconnessione tra le riforme interne promosse da Gorbacëv e la sua politica estera si tradusse anche nel disegno della "casa comune europea"; con il Piano Genscher-Colombo la dimensione politica dell'integrazione pose l'accento sull'europeismo del governo italiano in quegli anni; il Parlamento europeo, eletto per la prima volta a suffragio universale nel 1979, appariva come il luogo della costruzione democratica dell'edificio comunitario; la Commissione europea s'impegnò più attivamente anche attraverso azioni e programmi nel contesto ampio dell'educazione e della cultura, per incidere nei vari settori dell'opinione pubblica e accelerare la creazione di una identità europea diffusa. Per questo il volume racchiude i risultati di una ricerca interdisciplinare in cui storici, scienziati della politica e geografi, coniugando differenti metodologie d'indagine, hanno contribuito a indagare temi e momenti diversi, ma peculiari, di un decennio particolarmente significativo nella storia dell'Europa e dell'Italia.
Indice del volume:
-Introduzione di Lara Piccardo pp. 7-12
-La perestrojka in politica estera. Gorbačëv e l’integrazione europea, di Lara Piccardo, pp. 13-32
-Il Piano Genscher-Colombo, di Maria Eleonora Guasconi pp. 33-46
Rappresentanti di chi? Un’indagine empirica della rappresentanza nel Parlamento europeo, di Fabio Sozzi, pp. 47-70
-Giornali e giornalisti verso la sfida dell’informazione digitale. Un dibattito tra Italia ed Europa, di Marina Milan, pp. 71-92.
-Cambiare per non cambiare: l’università italiana dagli anni Ottanta ad oggi, di Monica Penco, pp. 93-116
-Beni culturali in Italia: quali, dove, per chi, di Stefania Mangano e Gian Marco Ugolini, pp. 117-162
-Indice
*Il volume è disponibile anche in formato ebook.
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14 aprile 2016
Esiste un nuovo giornalismo?
Corso di laurea magistrale in Informazione ed Editoria
Giovedì 14 aprile 2016, ore 10 siete tutti invitati a partecipare all'incontro con il giornalista Umberto La Rocca su "Esiste un nuovo giornalismo? Concentrazioni, Citizen Journalism e Social Media." L'incontro si svolgerà presso l'Albergo dei Poveri, III piano - Aula 19 Pazza E. Brignole 3a - Genova.
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12 aprile 2016
Pubblicazioni di Marina Milan
(dal 2000)
- "Giornali e giornalisti verso
la sfida dell’informazione digitale. Un dibattito tra Italia ed Europa" in
L'Italia e l'Europa negli anni Ottanta. Storia, politica, cultura, a cura di
Lara Piccardo. FrancoAngeli, Milano, 2015, pp. 71-92.
- “Il Lavoro da Pertini a Repubblica” in “Il Lavoro” di Genova. Storie e testimonianze 1903-1992, a cura di M. Milan e L.Rolandi, Provincia di Genova, Genova, 2012, pp. 241-266.
- "La sfida della formazione al giornalismo" in La Facoltà di Scienze Politiche compie 40 anni. Atti del Convegno "Le Scienze Politiche nel mondo contemporaneo" - Genova, 19 maggio 2010 a cura di M.A. Falchi, GUP, Genova, 2012, pp.127-139.
- "La mappa dell'informazione in Liguria (1980-2004)" in M. Milan e S. Splendore, Giornalismo in mutazione. Inchiesta sui media tra Genova e la Liguria, Erga, Genova, 2005, pp.13-51.
- "Giornali e periodici a Genova tra Ottocento e Novecento" in Storia della cultura ligure, a cura di Dino Puncuh, Società Ligure di Storia Patria, Genova, 2004, v. III, pp. 477-544.
- "Carte d'archivio e giornali. Fonti inedite per la storia del giornalismo" in Le Eredità della Liguria. Viaggio nell'Ottocento attraverso i documenti fiscali Catalogo della Mostra organizzata dall'Agenzia delle Entrate di Genova (Palazzo San Giorgio - autunno 2004), 2004, Genova, pp. 81-90.
- La cultura su quotidiani e periodici in "L'Agenda della comunicazione. Speciale 2004", a cura di G. Sansalone, ERGA, Genova, 2004, pp. 29-36.
- Diario genovese di età giacobina e napoleonica. Il manoscritto di Nicolò Corsi (1797-1809), AIB – Sezione Liguria 2002, Genova, 392 p.
- “Il Lavoro da Pertini a Repubblica” in “Il Lavoro” di Genova. Storie e testimonianze 1903-1992, a cura di M. Milan e L.Rolandi, Provincia di Genova, Genova, 2012, pp. 241-266.
- "La sfida della formazione al giornalismo" in La Facoltà di Scienze Politiche compie 40 anni. Atti del Convegno "Le Scienze Politiche nel mondo contemporaneo" - Genova, 19 maggio 2010 a cura di M.A. Falchi, GUP, Genova, 2012, pp.127-139.
- "La mappa dell'informazione in Liguria (1980-2004)" in M. Milan e S. Splendore, Giornalismo in mutazione. Inchiesta sui media tra Genova e la Liguria, Erga, Genova, 2005, pp.13-51.
- "Giornali e periodici a Genova tra Ottocento e Novecento" in Storia della cultura ligure, a cura di Dino Puncuh, Società Ligure di Storia Patria, Genova, 2004, v. III, pp. 477-544.
- "Carte d'archivio e giornali. Fonti inedite per la storia del giornalismo" in Le Eredità della Liguria. Viaggio nell'Ottocento attraverso i documenti fiscali Catalogo della Mostra organizzata dall'Agenzia delle Entrate di Genova (Palazzo San Giorgio - autunno 2004), 2004, Genova, pp. 81-90.
- La cultura su quotidiani e periodici in "L'Agenda della comunicazione. Speciale 2004", a cura di G. Sansalone, ERGA, Genova, 2004, pp. 29-36.
- Diario genovese di età giacobina e napoleonica. Il manoscritto di Nicolò Corsi (1797-1809), AIB – Sezione Liguria 2002, Genova, 392 p.
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08 aprile 2016
In libreria
Saggi di giornalismo transmediale,
a cura di S. Dini,
Universitalia, Roma, 2016, 430 pp.
Descrizione
a cura di S. Dini,
Universitalia, Roma, 2016, 430 pp.
Descrizione
"L'evoluzione tecnologica ci ha obbligati in tempi brevissimi a confrontarci con un 'nuovo mondo' il cui avvento ha il potere di spazzarci via ma può anche consentirci di cogliere nuove opportunità, a patto di essere disposti a cambiare il proprio habitus mentale, a modificare le abitudini, a non camminare guardando all'indietro. [...] Il fatto che in questo libro ci siano nove giovani, guidati da un valente professore, che applicano le loro energie a studiare il rapporto tra giornalismo e social network, la questione delle fonti, lo storytelling, o le prospettive di business, e altro ancora è di per sé da salutare con ottimismo e compiacimento. [...] A suo modo ci fornisce un buon motivo per non essere pessimisti sul futuro che ci aspetta" (dalla Prefazione di Marco Frittella).
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06 aprile 2016
In libreria
Bruno Soro
Fatti non foste. Divagazioni di economia, politica e società
De Ferrari editore, Genova, 2016, 340 pp.
Descrizione
Fatti non foste. Divagazioni di economia, politica e società
De Ferrari editore, Genova, 2016, 340 pp.
Descrizione
Il volume raccoglie una selezione degli articoli divulgativi scritti dall’autore tra il 2010 e il 2015, articoli che traggono spunto da notizie pubblicate sui principali quotidiani, dalla lettura di libri e riviste di divulgazione scientifica, nonché da argomenti di attualità che hanno fornito altrettante occasioni per divagazioni di economia, politica e società. Temi come la fragilità della moneta unica, il debito pubblico, l’immigrazione, la crisi dell’economia italiana e il ruolo delle riforme, l’occupazione e la disoccupazione, il capitale umano e il capitale sociale, l’ambiguitÀ dei metodi di misurazione della produttività del lavoro, dell’austerità e dell’addio alle fabbriche, della scomparsa del ceto medio, del degrado morale e della crescente disuguaglianza creata dalla finanziarizzazione dell’economia a scapito dell’economia reale, vengono affrontati con un linguaggio comprensibile anche a coloro che non posseggono una specifica preparazione nel campo dell’economia.
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05 aprile 2016
Ciao, Europeo
Chiamami, se vuoi, profugo o clandestino. Migrante o
richiedente asilo.
Ma io sono solo una Persona. Impaurita. Disperata. Alla
vitale ricerca della propria libertà.
Ho strappato alla guerra un sogno. Era sospeso sul mare,
mentre scivolavo piano su una barca e lasciavo che la mia terra venisse sepolta
nei ricordi. Mi trascino dietro tutti i pianti e il dolore della mia gente.
Pesante bagaglio pescato tra la puzza e il fango di un campo dove il mio corpo
randagio ha perso ogni dignità.
Già, la dignità. Quella che per voi europei è divenuta
banale merce di scambio. Barattata al miglior offerente per qualche scambio
commerciale in più. Mentre voi capi di stato vi riunite a più riprese in
eleganti palazzi, io traghetto la mia vita invisibile dentro a questo fradicio
campo. Qui, la solitudine affoga nella melma. Qualcuno la chiama accoglienza.
Per mesi ho amato il mio avanzare lento ma ostinato, prima
sull’onda, poi sulla zolla. Ho ascoltato pulsare il vostro cuore europeo
nell’attesa di un qualsiasi segnale. Ho aspettato. Ho sperato. Ho pregato. Ho
implorato. Fino a capire di non essere approdato a nessun porto. Fino a non
chiedermi più dove sono. Perché ora, per voi, più non sono profugo. Nemmeno
migrante. Nemmeno europeo. Nemmeno persona. Sono solo un problema. Argomento
preferito dei talk-show. Narrazione quotidiana nei giornali. Qualche volta,
sembro persino essere importante per la campagna elettorale del politico di
turno.
Tu non sai quanto ho frugato in quella perenne linea d’ombra
che mi separa dall’essere come te. Parte di te. Futuro con te. Ma in quella
oscurità dell’anima non c’è luce e tu non mi hai riconosciuto. Mi hai perso
mentre ti tendevo la mano, nell’intermittenza di una breve illusione. Come se
Europa fosse una parola solo intuita e mai finita. E all’improvviso sono
rimasto fuori dal vento, con un pensiero fisso e vagante. Essere cittadino
dello stesso stato. Come te.
Così, mio malgrado, ho scelto fuga e sopravvivenza come
estremità della stessa strada. Senza immaginare che ora, su quella strada, tu
europeo ci passi con la ruspa. Per allontanarmi o escludermi.
Ora sono in bilico sull’orlo di un muro di filo spinato. Ho
la febbre della paura. Sono sfinito. Non ho più sogni e non spero più in un
miracolo.
Ora, Europa, sono il tuo schiavo preferito. Venduto.
Sfruttato. Denigrato. Perseguitato. Rimpatriato. Deportato.
Posso solo affondare nella magica eloquenza dei tuoi
discorsi che hanno il sapore delle libertà negate. Delle canzoni un po’stonate
cantate da un dio senza più voce. Afono di idee e di pace.
Attento, caro europeo. Potresti inciampare in un popolo che
vuole ancora capire e pensare. Potresti cadere nello stesso fango dove per anni
ho alloggiato io. Potresti provare il freddo e la fame sotto una tenda piena di
indifferenza. Anche il mio sguardo, allungato dietro la scia di una barca che
aspetta, potrebbe darti noia e ricordarti che un giorno anche tu sei partito o
potresti partire.
Forse l’apparire sui media a tratti, tra incroci di vuoti e
pieni, ti fa sentire quel senso di vaghezza che fa sembrare ogni cosa migliore.
Persino più giusta. Come giustificare la guerra. Inutile boa per rimanere a
galla quando ci si dimentica di essere tutti persone e si crede di diventare
eroi ricostruendo muri e frontiere.
Sai, caro europeo, vorrei avvolgere tutto in un estremo
silenzio affinché tu possa avvertire ogni mio tormento, ascoltare ogni pianto
di bambino, percepire ogni sussurrato lamento, vedere ogni donna partorire e
ogni anziano, da solo, morire.
Chissà se questo ti farà consumare il piacere di una
scoperta. Solcando il limite dell’ombra. Con le vele alzate e le braccia tese.
Aperte verso di noi. Persone come te.
Condannati a migrare tra l’inferno della guerra e un’Europa
che non c’è.
Se solo tu riuscissi a guardare là dove la luce rimbalza
sull’acqua e illumina la parte più amara dell’essere umano. Con la volontà di
rovistare ancora nel respiro di questo abisso, alla ricerca del tuo essere
fratello. Carne e sangue dello stesso continente.
Prova a rimanere immobile mentre il tuono dell’onda sale
dentro al cervello. Senza la paura di cadere trascinato da quella grande forza
che è la libertà. Prova a cogliere la sfumatura del mio stesso sogno di vita.
Sarai il pulsare continuo di un gioco luminoso che resiste ad ogni tempo, ad
ogni strazio, ad ogni infamia.
Sarai Persona. Come me.
Anna Scavuzzo
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04 aprile 2016
Genova in libreria
Roberto Speciale
Anni Ottanta. Un punto di vista. Storie di fatti, uomini e banditi
De Ferrari editore, Genova, 2016, 217 pp.
Descrizione
Anni Ottanta. Un punto di vista. Storie di fatti, uomini e banditi
De Ferrari editore, Genova, 2016, 217 pp.
Descrizione
Il libro ricostruisce lo scenario, un po'dimenticato, degli anni '80 e in particolare ripercorre alcune "vicende esemplari" che hanno caratterizzato la Liguria. La conoscenza del passato può essere utile per procedere meglio verso il futuro: così, all'inizio di quel decennio si è manifestata una prima, grave, questione morale (l'Affare Teardo, il Casinò di Sanremo, il Tac dell'Ospedale San Martino); uno scontro duro tra corruzione, logge segrete, criminalità, e una parte significativa delle istituzioni, dell'informazione, della politica. La cronaca è essenziale, scritta con stile giornalistico e densa di retroscena e riflessioni. Nella seconda parte l'autore ripercorre, da protagonista, la storia, le tensioni, i successi, le difficoltà della sinistra e del PCI in particolare, in una fase di profonda trasformazione, di speranze e di delusioni. Emergono in questo racconto le persone, gli attori sociali e politici, le imprese e gli avvenimenti più significativi.
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*Dello stesso autore:
- Generazione ribelle. Quaderni ritrovati, Diabasis, 2009.
- Gli anni di piombo, De Ferrari, 2014.
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