Leo Longanesi, un borghese corsaro tra fascismo e Repubblica
Carocci, Roma, 2016, 176 pp.
Descrizione
Dal ’43 al ’57 lo scrittore, giornalista ed editore Leo Longanesi, nato nel 1905, visse l’ultimo e febbrile spicchio della sua breve esistenza. Presto affiancato da Indro Montanelli, Giuseppe Prezzolini e Giovanni Ansaldo, si trasformò nel più arguto megafono di quei connazionali passati dal fascismo al post-fascismo, senza mai farsi “contaminare” dalla Resistenza. La sua casa editrice, fondata a Milano nel ’46, esibirà un catalogo di libri revisionisti ante litteram, mentre “il Borghese”, la rivista politicamente scorretta da lui lanciata nel ’50, diventerà uno snodo fondamentale della «destra carsica», riabilitata soltanto nel ’94 da Berlusconi. Frutto di un ricco spoglio di carteggi, diari e altri documenti inediti, il libro di Raffaele Liucci ci restituisce il variopinto mosaico longanesiano, tra regime littorio, guerra civile e Repubblica. Con particolare attenzione all’evolversi dei modelli giornalistici e intellettuali incarnati anche dal suo brillante erede, Indro Montanelli: destinato a diventare il più ascoltato divulgatore di storia patria dai tempi di Cesare Cantù.
Indice
Premessa / 1. «Meglio la Petacci, che la repubblica dei pagliacci» / 2. Il destino ha cambiato cavallo / 3. Il «fenomeno Longanesi» / 4. I vecchi e i giovani / 5. Fra Porta Pia e «ragazzacci di Salò» / 6. La destra che non c’è / 7. Che fare? I Circoli del Borghese / 8. Le vecchie zie non ci salveranno più
/ 9. La stecca nel coro / 10. Indro Montanelli: una “storia d’Italia” longanesiana? / Note / Indice dei nomi.
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