Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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29 giugno 2017

Al Jazeera English: the "voice to the voiceless”


 “I heard revolution would not be televised, Al Jazeera proved them wrong.”

Così viene reinterpretato il celebre brano di Gil Scott-Heron dal rapper egiziano-statunitense Omar Al Offendum, alla luce delle proteste in Egitto che nel 2011 fecero dimettere Mubarak. Ed è proprio in questo iconico verso che si racchiude il senso di Voci da sud, nato da una tesi di dottorato che viaggia dall’Orientale di Napoli a Doha e che ruota attorno ad una questione oggi più che mai centrale nel mondo del giornalismo: è possibile invertire il flusso che per secoli ha portato l’Occidente a riversare la sua civiltà, la sua storia, le sue notizie verso un Sud stereotipato, passivo e privo di voce?
Se è vero, come affermava Robert Fisk, che nella storia occidentale cruciale è la relazione tra potere, media e parole, quale può essere il contributo di una singola emittente mediorientale nel processo di decolonizzazione dell’informazione? Al Jazeera ha provato a cambiare verso all’informazione internazionale, trasformando un monologo unilaterale in un dialogo eterodiretto che raccoglie direttamente le voci dei protagonisti della storia e degli eventi di vaste regioni mediorientali, per poi consegnarle all’attenzione dell’Occidente.
L’autrice Viola Sarnelli ripercorre l’apertura del canale in lingua inglese, lanciato dalla trasmittente del Qatar nel 2006 con il dichiarato obiettivo di diffondere contenuti regionali e “alternativi” attraverso piattaforme, modelli e un linguaggio accessibili anche al mondo occidentale, con l’emblematico slogan “Voice to the voiceless”.
Le interviste ai giornalisti che hanno preso parte al progetto e le analisi di massmediologi e studiosi raccolte nel libro si vanno direttamente ad inserire in un dibattito ben più ampio che si interroga sul ruolo dei media. È così che l’autrice, seguendo le tappe percorse dal canale ed i suoi effetti sul pubblico internazionale, ci racconta cosa nel concreto voglia dire promuovere il giornalismo di pace: Al Jazeera English si pone come media conciliatorio, ponte tra due culture lontanissime eppure necessariamente portate al dialogo, sfruttando la lingua come denominatore comune e raccontandoci cosa succede “aldilà” dell’Occidente.
Se è vero che troppo spesso i media occidentali rincorrono una chimerica obiettività, senza dare il giusto peso alle prospettive e al contesto che spiegano i fatti, Sarnelli ci dimostra come Al Jazeera English abbia reso un altro approccio possibile: le testimonianze dirette, gli interventi, i video amatoriali ed i commenti online sono parte integrante delle fonti del canale, che mette a fuoco eventi storici come le proteste tunisina o egiziana direttamente con gli occhi dei suoi protagonisti; il tutto non resta inoltre chiuso in un dibattito interno fine a se stesso, ma viene raccontato in inglese e trasmesso in tutto il mondo, così da raggiungere non solo i protagonisti della diaspora “dal sud” in occidente, ma il pubblico occidentale stesso. Con metodo e ricca capacità argomentativa, Voci da sud pone “un punto e virgola”, come la stessa autrice suggerisce, un tassello finalmente propositivo all’interno dello scontro tra civiltà di Huntington che certo non trova soluzione grazie al singolo contributo di un’emittente, ma che necessariamente passa anche per un coinvolgimento attivo dei media, nel ritrovato significato letterale di “ponte”.
Marianna Mancini

Viola Sarnelli
Voci dal Sud. Al Jazeera English e i flussi delle notizie internazionali
Photocity.it Edizioni, Napoli, 2014, pp. 236.  

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