Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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23 giugno 2017

Tra rivoluzioni e continuità


Il saggio di Balbi e Magaudda cerca di rispondere a un quesito preciso: “ci troviamo nel pieno della cosiddetta rivoluzione digitale, ma è vero o c’è una continuità fra l’epoca dell’analogico e il digitale?”. In questo testo è possibile trovare la risposta attraverso la storia socio-culturale dei media digitali e dei diversi elementi che hanno portato la nascita di questa rivoluzione digitale. Gli autori descrivono la storia dei media digitali dalla prima metà del Novecento ai giorni nostri, parlando anche di alcuni eventi significativi della fine dell’Ottocento. Sono state analizzate anche le questioni politiche e culturali di diversi Paesi, perché la digitalizzazione non è globale, al contrario di quello che si pensa quotidianamente. I due autori soffermano sulla storia del computer, di internet, del telefono cellulare e sulla digitalizzazione dei settori più importanti dell’industria culturale: la musica, il cinema, la radio, la televisione, la fotografia e la stampa.
Nella storia dei media digitale sono molto importanti le direttive politiche, gli investimenti e le mentalità delle grandi aziende, le idee e le forme tecnologiche nelle loro fasi iniziali, si può affermare che le culture dei diversi popoli e le pratiche d’uso dei dispositivi hanno reso possibile questa rivoluzione digitale.
È possibile individuare tre tematiche centrali all’interno di tutti i capitoli del libro. La prima è capire qual è stato il ruolo dei governi nazionali e delle istituzioni internazionali nel favorire, limitare o guidare lo sviluppo delle tecnologie e dei media digitali, importante è la descrizione del governo cinese. Le strategie di business e di marketing delle grandi aziende si possono inserire all’interno di questa prima parte, perché hanno cercato di imporre i propri prodotti all’interno della società. Un secondo elemento importante è la questione culturale e gli studi dei media. Attraverso questi è possibile individuare come i media si sono sviluppati e come sono diventati essenziali per la società contemporanea. L’ultimo approccio è quello degli studi scientifici e tecnologici, ossia comprendere come i processi d’innovazione e il ruolo dei diversi gruppi sociali hanno influenzato lo sviluppo della rivoluzione digitale.
Nelle conclusioni vengono sfatati alcuni miti sui media digitali. La digitalizzazione viene considerata come un processo globale e uniforme in tutto il mondo, cosa non vera perché molti paesi in via di sviluppo sono ancora arretrati tecnologicamente. Un altro mito è quello che l’utente dall’essere passivo sia diventato superattivo, ma in realtà chi partecipa attivamente è solo una piccola parte della popolazione di internet.
Un tema molto importante è quello che riguarda la stampa: dall’avvento delle testate online i giornali sono in pericoli. È appurato che in Occidente le vendite dei giornali cartacei sono diminuite e sono aumentate i quotidiani online, ma allo stesso tempo in Cina e in altri paesi sono in crescita. I due tipi di giornali posso convivere e completarsi a vicenda.
È importante capire che il processo di digitalizzazione e i media digitale devono essere considerati come parti di una tessitura organica, in cui le cornici culturali, le tecnologie, i vecchi media analogici e i nuovi dispositivi digitali sono connessi tra di loro e hanno creato la società digitale contemporanea.
Gli autori affermano che ci troviamo in una “rivoluzione conservativa”, una rivoluzione che da un lato è legata agli sviluppi tecnologici e dall’altro mantiene elementi del passato analogico.
Beatrice Frugone
                                                                                                                           

G. Balbi - P. Magaudda
Storia dei media digitali. Rivoluzioni e continuità
Laterza, Roma-Bari, 2014.

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