Trenta milioni: ovvero il 50% della popolazione fisica e il 97% di quella connessa, secondo i dati raccolti da Wired.it.
Ma cosa è cambiato negli ultimi anni grazie all’utilizzo massiccio di questo social network? E’ quanto si è dibattuto nella sede di Confindustria di Genova oggi, 30 novembre 2017, con la dottoressa Daniela Boccadoro Ameri e alcuni professionisti che hanno fatto del mondo social un trampolino di lancio e uno strumento di sviluppo per il proprio mestiere. Facebook ha rivoluzionato il mondo del mercato: lo ha privato dei confini fisici cui era legato e ha fatto nascere nuove esigenze tanto in ambito commerciale quanto in ambito di comunicazione. Un canale così utilizzato può essere una vetrina insostituibile, oppure una spada di Damocle oscillante sulla testa: la reputazione online diventa vincolante, nonostante sia intangibile, e saper sfruttare questo mezzo è necessario per non diventare vittime di quegli algoritmi che lo regolano e che mostrano all’utenza solo il 16% degli aggiornamenti che vengono postati.
Usato come alleato e non come nemico, Facebook può essere una macchina comunicativa senza pari: tanto per la pubblicità quanto per la politica, per il raggiungimento di fini commerciali oppure per l’acquisizione di voti elettorali, come ben si è visto con le ultime presidenziali USA (ma anche con il referendum costituzionale dello scorso dicembre in Italia).
Saper mettere in atto una strategia su Facebook apre le porte in qualunque campo: grazie a quei numeri già citati, il fenomeno-social non può più essere privato di attenzione. E così, Facebook diventa una vetrina per il commercio, ma anche un media, per il dilagare sempre più rapido di notizie postate non da giornalisti, ma da persone comuni, che tramite foto, video, storytelling (le “dirette” di cui si fa un uso forse spropositato oggi) condividono ciò che accade intorno a loro, arrivando inevitabilmente prima di qualunque giornalista professionista.
D’altra parte, come sostiene Antonio Savà, esperto di social management, “il passaparola è uno strumento millenario: funziona dall’eternità”. Non è cambiato il concetto, insomma, ma il mezzo che si utilizza: le persone fanno ancora quello che facevano prima di internet, solo che adesso hanno strumenti nuovi per farlo, e spesso sono i “grandi”, quelli legati alla “old economy” se vogliamo usare un termine colto, che rimangono indietro mostrando una reticenza a tratti ottusa ad accettare i nuovi mezzi.
Facebook è, insomma, una vetrina, ma anche un mezzo di comunicazione e una sorta di diario personale: spesso così aggiornato da essere molto più attendibile di un banale curriculum vitae cartaceo consegnato durante la ricerca di lavoro. Per questo, i datori stessi, sempre più smart, non si astengono dal cercare coloro che sottopongono a colloquio conoscitivo sulla rete del social network. Perciò attenzione: Facebook è un mezzo eccezionale, ma bisogna imparare a utilizzarlo e a prendersene cura, perché altrimenti potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio piuttosto affilata.