Sentivo in me la
reazione di chi è stato educato al giornalismo in un certo modo: non si
nasconde niente.”
Gianni Minà,
giornalista da più di cinquant’anni, ha mosso i primi passi all’interno di Tuttosport
per approdare poi alla RAI; nel corso della sua carriera ha seguito e
documentato otto mondiali di calcio e sette olimpiadi sportive, ha incontrato e
intervistato grandi figure artistiche, sportive e politiche della storia
contemporanea come Muhammed Ali, Fidel Castro, Chico Buarque, Lula da Silva, il
subcomandante Marcos, Hugo Chávez.
Ma più di tutto il suo lavoro si è caratterizzato per un grande amore,
accompagnato da diversi documentari e libri, per l’America Latina.
Ora, insieme all’attivista
Giuseppe De Marzo, nella conversazione-intervista lunga 240 pagine dal titolo Così
va il mondo. Conversazioni su giornalismo, potere e libertà edita da
Edizioni Gruppo Abele per la collana Palafitte, ci fornisce un nuovo punto di
vista sul mondo e sulle dinamiche che lo animano.
Attraverso le sue
esperienze come giornalista e reporter ma soprattutto come uomo, Gianni Minà ci
porta all’interno di un universo, quello dei paesi del Centro e Sud America,
ricco di storia, di cultura, di ideali politici e rivoluzioni sociali vissute
da un popolo pronto a non arrendersi, un universo ancora imprigionato nella
gabbia degli interessi del neoliberalismo e di un sistema economico
capitalistico ormai antiquato ed anacronistico. Grazie alla musica conosce prima
il Brasile all’inizio degli anni Settanta, durante gli anni più duri della
dittatura militare, e scopre il dramma dell’ingiustizia sociale in una parte
del mondo priva delle logiche occidentali; poi l’Argentina, nel vivo della Operacion
Condor e della crudele realtà dei desaparecidos; nel 1987 e nel 1990
incontra e intervista Fidel Castro, protagonista indiscusso del Novecento,
artefice della Rivoluzione cubana; nel 1996 riesce ad intervistare il
subcomandante Marcos, portavoce dell’Esercito Zapatista di Liberazione
Nazionale e della resistenza nella regione del Chiapas in Messico.
Il racconto però non
si dimentica di ricordare come gli Stati Uniti, protagonisti indiscussi del
contesto globale dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi, abbiano avuto il ruolo
di regista negli eventi passati e recenti di una zona del mondo in cui la
democrazia ha faticato e tuttora fatica ad affermarsi, in cui le lotte
socialiste hanno prodotto risultati ben diversi rispetto all’Occidente e in cui
la lotta per il diritto alla vita non si è mai esaurita. Gli stessi Stati Uniti
che oggi sembrano essere lo specchio di una crisi che vede l’implosione di
un’economia basata sugli interessi delle grandi multinazionali e sul consumismo
e la sempre più evidente collisione tra libertà e giustizia sociale, crisi che
si personifica nel neoeletto Presidente degli USA, Donald Trump che, come
sostiene Minà, “rappresenta perfettamente questo momento di grande
mediocrità della civiltà occidentale”. Civiltà occidentale a cui appartiene
anche l’Italia che dagli anni Sessanta, con la “strategia della tensione” e
l’allarme terrorismo, ad oggi, con le stime più basse di partecipazione
politica e governi di sinistra interessati solo a favorire il mercato
capitalistico, ha attraversato decenni di decadimento con cui la cittadinanza
sembra non aver fatto ancora i conti.
Da queste esperienze
prendono spunto le critiche di Minà al sistema di informazione (o meglio
disinformazione, mancata informazione, informazione manipolata) italiano ed
internazionale che ha dimenticato il proprio scopo, servire la cittadinanza e
fare servizio sociale. Il giornalismo ha chiuso gli occhi di fronte agli
avvenimenti, per convenienza o per obbedienza, per non tradire un modello di
civiltà all’apparenza liberale e democratico che non accettava alternative, e
questo, secondo gli autori di Così va il mondo, ha creato un clima di
paura, menefreghismo, cattiveria, mancanza di giudizio: un clima da cui uscire
solo attraverso un radicale cambiamento di rotta.
Grazie a questa
intervista Minà ci fornisce una nuova chiave interpretativa della storia
mondiale e ci aiuta a comprendere i nuovi fenomeni geopolitici, partendo dal
terrorismo ideologico e dai flussi migratori verso l’Europa, ma anche, e
soprattutto, quale dovrebbe essere il ruolo del giornalismo e dei giornalisti
nel nuovo scenario globale economico, politico e sociale. Un’intervista, in
definitiva, che ha molto da dire, che riflette e fa riflettere sull’attualità,
sul presente e sul futuro del mondo occidentale e non.
Alessia Malcaus
Così va il mondo. Conversazioni su giornalismo, potere e libertà
di Gianni Minà con Giuseppe De Marzo
Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2017, pp. 240.
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