La storia del giornalismo è stata segnata nel corso dei secoli, da eventi e persone eccezionali. Fu un uomo di umili origini a cambiare per sempre il modo di creare ediffondere, notizie. Il suo nome era Joseph Pulitzer.
Nacque a Makó, in Ungheria, e nel 1847, all’età di diciassette anni dopo aver tentato di arruolarsi prima nell’esercito austriaco e poi in quello napoleonico, arrivò negli Stati Uniti dove entrò a far parte dell’esercito nordista tra le cui fila combatté la guerra di secessione.
Tre anni più tardi, rinunciò ai suoi legami con L’impero austroungarico e divenne cittadino americano. La sua carriera giornalistica ebbe inizio nell’anno 1868, nella città di Saint Louis, dove venne assunto dal "Westliche Post", una testata in lingua tedesca. Grazie alle sue brillanti capacità riuscì, in giovane età, a diventare proprietario di due giornali e a fonderli in un'unica impresa. La sua scalata editoriale era solamente all’inizio.
Nel 1883 acquistò il "New York World" salvandolo dal fallimento e trasformandolo in pochi anni in un quotidiano venduto in oltre 300 mila copie. A causa della sua dedizione maniacale per il lavoro, e ad alcune battaglie legali che lo coinvolsero in prima persona, la sua salute venne compromessa gravemente. Pulitzer perse la vista e per via di disturbi nervosi, fu costretto a ritirarsi dal lavoro ed a passare gran parte dell’anno a bordo del suo yacht o nelle sue residenze. Nonostante la lontananza fisica non smise mai di seguire la vita del suo giornale grazie al lavoro certosino dei suoi segretari particolari, che lo tenevano informato su tutto quello che accadeva, proteggendolo però dai rumori del mondo.
Fu proprio uno dei suoi ultimi assistenti a descrivere in un saggio, gli ultimi otto mesi di vita di quell’uomo sempre alla ricerca di uno stimolo per la sua mente famelica ed in costante movimento. Sin dalle prime pagine della narrazione , grazie all’incredibile capacità descrittiva dell’autore, si può evincere che il signor Pulitzer non fu una persona qualsiasi.
Fra le strade di Amburgo, deliziosamente profumate di autunno, incominciò l’avventura di Alleyne Ireland, che mai si sarebbe aspettato di diventare segretario di uno dei più grandi magnati dell’informazione di quel secolo. Fu un semplice annuncio sul “Times” ad attirare la sua attenzione. Da quel momento, la sua vita cambiò per sempre. Si ritrovò al cospetto di un uomo energico nonostante la malattia invalidante. Il signor Pulitzer fu da subito molto esigente con il nuovo arrivato, cercò di scovare ogni suo punto debole e, mise spesso alla prova la sua pazienza. Dopo le prime difficoltà, Ireland, immerso nel lusso e nel benessere adattò la sua vita per tenere il passo con la fame di cultura, incolmabile del tycoon. In quanto assistente, il suo compito era quello di tenerlo aggiornato grazie all’aiuto innumerevoli articoli di giornale di differente argomentazione, che era solito leggergli durante i pasti o le loro passeggiate. Alle sue dipendenze fece numerosissime di esprimere ed imparò a conoscerlo, oltre il suo carattere particolare e le frequenti crisi di depressione.
Fra i due nacque un rapporto amichevole che contribuì , insieme alla grande quantità di ore che passavano in compagnia, e alla stima reciproca, a rendere quei momenti indelebili nella mente del narratore. A causa della debolezza di Pulitzer, durante la permanenza con la famiglia nella residenza di Bar Harbor, furono costretti a partire per una breve crociera a bordo del Liberty, il panfilo di loro proprietà. Le sue condizioni di salute peggiorarono quasi improvvisamente e, nel pomeriggio del 29 ottobre del 1911, il genio del giornalismo, si spense.
Un anno più tardi, la Colombia University utilizzò il lascito di J.P per creare la Scuola di studi avanzati di giornalismo. Nel 1917 seguendo le istruzioni date, nacque il Premio Pulitzer per il giornalismo e la lettura. Oggi è ancora il massimo riconoscimento della categoria tanto amata dall’uomo che aveva rivoluzionato il mondo della carta stampata.
Andrea Buffa
Alleyne Ireland
Joseph Pulitzer. L'uomo che ha cambiato il giornalismo
ADD editore, Torino, 2017, pp.192.
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