Il male inutile di Marco Lupis, edito da Rubettino nel 2018, è un libro coinvolgente caratterizzato dalla costante ricerca della verità e dalla necessità di testimoniare per non dimenticare.
L’autore, un reporter di guerra che ha collaborato con testate del calibro di Panorama, La Repubblica, L’Espresso e Il Tempo, conduce il lettore sul campo mettendolo a contatto con una realtà che, forse, per un meccanismo di autodifesa, troppo spesso non riceve la giusta considerazione.
L’obiettivo è quello di riportare l’attenzione collettiva sulle molteplici guerre che vengono facilmente dimenticate, sui crimini rimasti impuniti, sulle atrocità che l’essere umano è in grado di compiere, su coloro che hanno dedicato e che dedicano la loro vita a degli ideali cercando di
combattere le ingiustizie, sull’importanza del ruolo svolto dal giornalista-testimone ma soprattutto sul dolore e sulla sofferenza di tutte le vittime innocenti.
Tra le esperienze che vengono narrate nel testo quella che suscita un forte impatto emotivo è la testimonianza dei massacri che hanno avuto luogo a Timor Est. Dopo il 1975 quando l’Indonesia decise di annettere con la forza questo territorio, un’ex colonia portoghese, seguirono molti anni di guerra civile che portarono alla morte di gran parte della popolazione. Un vero e proprio genocidio del quale è possibile avere memoria grazie al lavoro svolto dai giornalisti che hanno deciso di sfidare la «sottile linea rossa», che separa la vita dalla morte, in nome della conoscenza.
Un libro utile di fronte all’inutilità del male, un libro per capire, un libro per non dimenticare «perché ciò che viene scritto non può essere cancellato. Scrivere una storia di abusi, raccontare di qualcuno che è stato terrorizzato, picchiato o ucciso, può davvero servire per ottenere giustizia, per trovare e punire i responsabili, anche se […] in tempo di guerra il percorso della giustizia può diventare lunghissimo. E più ancora dopo».
Elena Sofia Guareschi
Marco Lupis
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