Il libro Roma non perdona. Come la politica si è ripresa la RAI è stato pubblicato da Feltrinelli nel marzo 2019. L’autore,Carlo Verdelli, milanese 62 anni, ha una lunga carriera nel mondo della carta stampato, iniziata come collaboratore di “La Repubblica” e proseguita in Arnaldo Mondadori, poi come Direttore de” La Sette “ e Vicedirettore de “Il Corriere della Sera” per concludere la prima parte della sua carriera come Direttore de “ La Gazzetta dello Sport”, dove ha stabilito il record di copie per un quotidiano italiano, 2,3 milioni, all’indomani della vittoria italiana ai Campionati Mondiali di calcio del 2006. Nel novembre del 2015 assume l’incarico di Direttore Editoriale per l’offerta formativa alle dipendenze del CEO e Direttore Generale della RAI, Antonio Campo Dall’Orto, dimettendosi poi nel gennaio del 2017. Da febbraio 2019 è Direttore di “La Repubblica” ; nel 2014 ha scritto per Garzanti il libro I sogni belli non si scordano mai.
Nel libro il racconto, lungo poco più di un anno, del percorso all’interno dello stato di arretratezza di un’Azienda che ha dimenticato, o forse meglio non ha affrontato l’esistenza di Internet e dei cosiddetti social (i siti Rai viaggiano intorno ai 230.000 utenti contro i 2.300.00 utenti di La Repubblica) nonostante che “ I tempi non cambiano, sono già cambiati. L’informazione RAI no” e di sprechi, favoritismi, impossibilità del cambiamento nei rapporti con i giornalisti raccolti attorno all’USIGRAI, e intromissioni della politica per il tramite sia della Vigilanza Parlamentare che dei componenti del Consiglio di Amministrazione presieduto dalla giornalista Monica Maggioni.
Nella prima parte l’autore elenca alcune delle pressioni, dei condizionamenti politici e degli “assurdi economici”, dell’apparato RAI: le sedi regionali sono 24, più due distaccate, quando le regioni italiane 20, mentre in Gran Bretagna e Francia le sedi sono rispettivamente 15 e 13, la rete Rai News che sotto la direzione della futura Presidente Monica Maggioni ha raddoppiato gli organici ma non gli ascolti ed anche della “nuova politica” che non riesce a non interferire nella gestione RAI, Di Maio: “ la più grande sfida è mettere le mani sulla Rai”.
Niente di nuovo invero, niente che non sapessimo già, a parte nuovi piccoli dettagli e singoli casi: da sempre la RAI è stata per tutti i partiti e tutti i governi, fin dalla sua nascita, un torta da spartirsi, come lo stesso Verdelli scrive: “ Chi comanda li dentro è telecomandato da chi maneggia a Roma, e giudicato non in base ai risultati ma ai gradienti di fedeltà” o, come sempre l’autore riporta, il giudizio, altrettanto negativo, di Michele Serra su “La Repubblica”: ” ….. non si nominino più direttori generali o direttori di rete, se troppo lontani dalla politica vengono cacciati; viceversa sono solo scaldasedie che non decidono niente”.
Meraviglia come un uomo e giornalista esperto “ si meravigli” che, stante così le cose, ci sia una levata di scudi contro il suo Piano di ammodernamento dell’Informazione; come poteva essere diverso?
Il suo Piano, buono o cattivo che fosse stato, se messo in atto, avrebbe scombinato gli equilibri interni e quelli politici e questo nessuno poteva permetterselo e permetterglielo: il Piano viene bocciato da una maggioranza così vasta che non c’è stato neanche bisogno di metterlo ai voti, il Consigliere Diaconale “ va profondamente revisionato”, il Consigliere Siddi “ sono negativo su tutto”, il Consigliere Messa “ sono d’accordo solo sull’apertura in tempi rapidi di una sede a Washington” ed infine la Presidente Maggioni riportando il suo giudizio durante un Consiglio di Amministrazione” elencando i punti del Piano li ha ritenuti tutti parimenti inadatti al futuro prossimo dell’informazione del servizio pubblico”.
Era quindi inevitabile che Verdelli, non supportato da forze politiche “amiche” non potesse che dimettersi o essere rimosso. C’è da chiedersi se, per arrivare a queste ovvie conclusioni c’era bisogno di scrivere un nuovo libro sull’argomento, libro che nella seconda parte riporta un lungo elenco di giudizi negativi dell’Autore su tutto e su tutti, magari giudizi anche giustificati ma sicuramente “ovvi” stante la situazione di sempre alla RAI.
Contro Tutto: “ temo siano troppi e troppo organizzati: con il nostro (suo e del suo gruppo di lavoro)modo di lavorare, in cui pensiamo a fare bene per chi paga il canone, saremo sempre più vulnerabili a lupi e sciacalli” e “ …. non è più rinviabile una modifica strutturale dell’offerta informativa, meno la RAI cambia e più incerto sarà ilo suo futuro” e contro TUTTI, riportando frasi o giudizi a lui sfavorevoli: Fico, Presidente prima della Vigilanza e poi della Camera,” Campo dall’Orto sta facendo il suo lavoro, ma il punto oscuro è la struttura che fa capo a Verdelli”, Gasparri, sempre appassionato ai problemi delle televisioni, “ smantellare la dannosa struttura di Verdelli e company”, Maggioni “ avere un bagno privato al settimo piano ( della sede Rai di via Mazzini) è potere. Condividerlo logora”, ed ancora, anche sul futuro presidente RAI “ prima di lasciare la Presidenza nelle mani capaci o rapaci di Marcello Foa”, per finire con Renzi “ mai visto un essere umano cos’ felice di essere sé stesso”.
Quindi un libro che si legge bene e facilmente ma di nessuna utilità, del tutto superfluo, salvo ultime novità in casa RAI che però replicano, in chiave moderna, quelle antiche, che racconta la storia di una breve esperienza che è finita come era ovvio finisse, come ovvie sono i dati e le soluzioni, cosi come del tutto ovvie le ultime amare considerazioni di un uomo deluso e ferito da un’esperienza che non avrebbe dovuto provare. Le ultime pagine sono rivolte al Consiglio di Amministrazione “ Voi potete battere tutto e tutti, ma non il futuro”, ed al sistema politico: “ Partiti, lobby, pidocchi e pulci hanno tutto da guadagnare da una Rai inginocchiata, pronta a qualsiasi compromesso pur di garantire la permanenza dello status quo”.
Ma se è così, come in effetti è: perché questa scelta professionale e soprattutto perché questo libro? Roberto Casini
Carlo Verdelli
Roma non perdona. Come la politica si è ripresa la RAI
Feltrinelli, Milano, 2019.
Nessun commento:
Posta un commento