In questi giorni il Gen. Roberto Vannacci, rappresentante delle Istituzioni italiane e europee, ha declassato la Marcia su Roma del 28 ottobre 1922 a "manifestazione di piazza", eufemismo che merita una puntualizzazione. Per questo si segnala la lettura attenta del libro di Emilio Lussu "La Marcia su Roma e dintorni" (Einaudi) che racconta il biennio 1922-1924, giorni e mesi di violenza inaudita che non potevano certo preludere ad un "fascismo buono". Emilio Lussu è un pugno nello stomaco, soprattutto le pagine dedicate allo "sbarco" dei fascisti in Sardegna dove per "fascistizzare" la popolazione, del tutto distante da quelle idee, operarono sul territorio con una violenza estrema, uccidendo, torturando, umiliando, ricattando, di notte e di giorno e in pochi mesi, senza sconti per nessuno. Per questo ancora oggi la testimonianza di Lussu resta uno dei documenti più "sconvolgenti" tra tutti quelli che conosciamo. E anche sarebbe bene ricordare che nel 1922 la responsabilità di quella strategia di violenza era tutta dei fascisti, non condivisibile con i nazisti ancora assenti sulla scena della Storia europea.
Quella "manifestazione di piazza" del 28 ottobre 1922 è durata oltre 20 anni, con leggi inique, soppressione di diritti, abusi di ogni tipo, processi politici, condanne al carcere e al confino, una alleanza malefica, le leggi razziali del 1938 e una guerra catastrofica ... appunto tutto a partire da una "manifestazione di piazza" .
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