Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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15 settembre 2012

Media e giornalismo in India

Soutik Biswas, corrispondente da Delhi della CNN, descrive molto bene la situazione dei mezzi di comunicazione in India. In un articolo pubblicato il 12 Gennaio 2012 sul sito della CNN news spiega che nonostante l'India sia il più grande mercato di quotidiani del mondo, con oltre 100 milioni di copie vendute al giorno, 70.000 giornali e 500 canali satellitari, non c'è, in realtà, una grande libertà di scelta nel campo dell'informazione. Molti, infatti, accusano l'informazione indiana di essere cresciuta a scapito di professionalità, etica e onestà. Secondo Biswas i problemi più grandi che i media indiani devono affrontare sono: la mancanza di una formazione adeguata per i giornalisti e la bassa partecipazione alla costruzione delle notizie delle minoranze etniche. Secondo uno studio del 2006 svolto dal Delhi-based Centre for the Study of Developing Societies non ci sarebbe alcuna rappresentanza dei Dalits, gli appartenenti alla classe più bassa, circa quel 20% della popolazione che vive ai margini della società. Un altro grande problema è la banalizzazione dei contenuti e la concentrazione dei media nelle mani di grandi gruppi societari. Per ovviare a tutto questo ci sarebbe bisogno di maggiore trasparenza, autoregolamentazione e regolamentazione della concorrenza.
La crescita deve confrontarsi continuamente con la libertà di stampa e il diritto all'informazione; ecco perché in India esistono organizzazioni come l' Indian Journalists Union e la Journalists Federation of India.
L'Indian Journalists Union (IJU) è il naturale successore del movimento dei giornalisti professionisti nato a metà Novecento, si è riunito per la sua prima volta a Ranchi dal 27 al 29 dicembre del 1991, anno in cui viene approvata la costituzione dell’organizzazione ed eletti i suoi rappresentanti. IJU è presente in gran parte degli stati dell’unione territoriale dell’India, è composta da più di 1500 membri ed è un'organizzazione democratica con un’unica e ben documentata costituzione. Gli obiettivi principali dell'organizzazione sono la battaglia per la libertà di stampa, la tutela dei giornalisti e la libertà di parola. La speranza è riposta tutta nelle nuove generazioni che dovranno continuare le battaglie della IJU con le stesse ragioni e gli stessi valori. Nella costituzione si fa riferimento sia a obiettivi etici come: lo spirito di cooperazione e comprensione tra i giornalisti, raggiungere e mantenere un elevato standard nella condotta morale e nell'integrità professionale, la lotta continua alla libertà di stampa; senza tralasciare però gli aspetti più materiali della professione come: il miglioramento delle condizioni di lavoro, assistenza legale e sussidi per i membri, la promozione di un accordo salariale su base provinciale o di tutta l'India da parte dell'unione tra i datori di lavoro e i dipendenti. La sede principale si trova a Nuova Delhi è presente in 26 stati e unioni territoriali dell'India ed è affiliata a livello internazionale con la International Federation of Journalists (IFJ) di Bruxelles e con l'International Organisation of Journalists di Praga. La IJU riunisce al suo interno: i giornalisti professionisti i corrispondenti part-time e i freelance, ma sono esclusi i proprietari direttori. Per capire come opera l'Indian Journalists Union possiamo prendere in esame il più recente documento di risoluzione che si trova sul sito internet dell'Unione. Durante la riunione del Comitato esecutivo nazionale dei giornalisti dell'unione indiana, tenutosi ad Ambaji (Gujarat) il 6 e 7 Dicembre del 2007 si parla ancora una volta di diritti fondamentali dei giornalisti. Il Comitato prende posizione contro la lentezza con cui il governo tratta la questione relativa alle commissioni-salario che si dovevano occupare della revisione dello stipendio dei giornalisti professionisti, dei dipendenti dei giornali e delle agenzie d'informazione. Questa lentezza d'azione dimostrerebbe, secondo il comitato, un accordo tra i datori di lavoro e i funzionari del Ministero per vanificare il funzionamento delle commissioni-salario. La risoluzione si conclude con la minaccia di estenuanti battaglie legali nel caso il cui il Ministero non collabori.
Dai contenuti della risoluzione è evidente che l'Unione si batte per contrastare ogni tentativo di violazione dei diritti fondamentali della professione giornalistica. In questo caso, come molto spesso accade nelle risoluzioni presenti sul sito internet, la questione riguarda il salario. Da un giornalista non pagato o sottopagato non si può pretendere che abbia un atteggiamento professionale poiché risulta essere facilmente corruttibile e non sufficientemente libero. Durante la stessa riunione il Comitato si esprime anche sulla situazione in Pakistan condannando fermamente la repressione dei media da parte del regime di Musharraf e esprimendo la piena solidarietà con i giornalisti pakistani che lottano contro tutto e tutti per sostenere la causa della democrazia nel loro paese. L' IJU appoggia il ritiro dell'ordinanza recentemente modificata dal governo pakistano in materia di regolamentazione dei media e il codice di condotta imposto ai mezzi di comunicazione; auspica il ripristino di tutti i canali di comunicazione senza restrizioni in diretta o il divieto di messa in onda di particolari programmi, la fine delle molestie e la vittimizzazione dei singoli media e giornalisti, la revoca del divieto di importare l'antenna parabolica.
La Journalists Federation of India è una federazione di sindacati dei giornalisti fondata nel 2002 per affrontare questioni riguardanti la professione del giornalismo e i problemi della società più in generale. L'organizzazione non ha scopo di lucro, si batte per la libertà di espressione e di parola e per la diplomazia culturale. È indipendente da tutti gli organi politici, ideologici, governativi e religiosi. Si occupa dei diritti dei lavoratori dei media in tutto il mondo: dagli scrittori, editori, giornalisti, corrispondenti, giornalisti, freelance, professionisti delle relazioni pubbliche, fotografi senza tralasciare i lavoratori di: TV, film, stampa digitale e radio. Risponde in maniera concreta ai problemi dei media indiani. Offre la possibilità di approfondimenti grazie all'organizzazione di seminari, ovviando così alla carenza di formazione. Si batte, inoltre, contro la sempre maggiore concentrazione dei media favorendo lo sviluppo di un giornalismo indipendente, di qualità e che serva di sostegno allo sviluppo democratico, sociale ed economico. Per questo ha istituito un fondo internazionale di sicurezza per fornire aiuti umanitari ai giornalisti che ne hanno bisogno. Il suo scopo è quello di promuovere i diritti umani, la democrazia e il pluralismo tramite sindacati liberi e indipendenti di giornalisti. L'JFI si oppone a ogni forma di discriminazione e condanna l'uso dei mezzi di comunicazione come propaganda per diffondere l'intolleranza e il conflitto. Il JFI promuove azioni concrete a livello mondiale per aumentare la sicurezza e la protezione dei giornalisti e dei lavoratori dei media contro qualsiasi violazione. Queste ultime variano dall'assassinio di un giornalista all'intimidazione, dal ridurre al silenzio, alla richiesta di svelare le fonti, dall'incarcerazione, con o senza un regolare processo, alla legge restrittiva che mette il potere di controllare il contenuto editoriale da parte dei censori e dei tribunali della stampa. La Journalists Federation of India  monitora le violazioni della libertà di stampa e sostiene campagne a favore dei giornalisti a maggior rischio, come coloro che lavorano in condizioni di corruzione, povertà o paura. Tutto ciò viene svolto in collaborazione con i sindacati membri di tutto il mondo, e con altre organizzazioni come la IFEX, the International Freedom of Exchange Expression.
Sarah Esposito
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