Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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30 agosto 2015

Il filo della civiltà



“E` il mondo della parola scritta, dove le cose accadono simultaneamente e tutto convive con tutto […] E` un giardino rigoglioso, una cucina in fermento, un parlamento di voci: venite a cucinare, a vivere, a scrivere!”, così Ewan Clayton conclude il suo saggio sulla storia della scrittura.
E` un invito talmente potente per chi abbia letto Il filo d'oro, che non si potrà di certo restare indifferenti. L'autore con una trattazione sistematica descrive l'evoluzione della parola scritta dal suo apparire e dalla sua prima codificazione in una sorta di alfabeto in Egitto già attorno al 1850 a.C., fino al suo utilizzo più recente sulle piattaforme digitali di ultima generazione.
Ewan Clayton riesce a intrattenerci piacevolmente, anche se si sta occupando di un argomento così complesso e lo fa, quasi inconsapevolmente, infarcendo la sua accurata disamina di tanti esempi concreti e anche di curiosi aneddoti che ci stupiscono e ci fanno sorridere. Questa capacità gli deriva sicuramente dall'essere a contatto da decenni con il mondo della scrittura, considerato in ogni sua sfaccettatura. Infatti l'autore ha vissuto per anni in un monastero benedettino nel Sussex e in seguito ha lavorato presso il PARC in California, il celebre centro di ricerca della Xerox, dove sono state ideate molte delle innovazioni che contraddistinguono gli attuali computer.  Viene quindi considerato uno dei più noti calligrafi viventi e si impegna quotidianamente nel tramandare le sue conoscenze insegnando presso l'Università del Sunderland.
Clayton sente la necessità di scrivere questo saggio nel momento stesso in cui comprende che in questi anni ci troviamo davvero di fronte a un “punto di svolta” nella storia della scrittura, con l'avvento degli ultimi ritrovati tecnologici che tentano di sostituire e di soppiantare i supporti tradizionali. Gli eventi che in passato hanno condotto a simili sconvolgimenti vengono individuati nel momento cruciale di passaggio dal rotolo di papiro al libro di pergamena e secoli dopo nell'invenzione gutenberghiana, che ha permesso la concreta circolazione delle idee e della cultura.
In mezzo a queste date di cesura la scrittura si è sviluppata secondo vari stili nelle diverse epoche e aree geografiche, ma mantenendo sempre un nucleo centrale costante e uniforme, che ci permette di dipanare questo “filo d'oro”, secondo la definizione della calligrafa Sheila Waters.
L'autore inizia a svolgere l'intricata matassa dall'analisi dei più antichi esperimenti di scrittura alfabetica, procede con i manufatti di Ercolano e Pompei e le iscrizioni romane, come quelle visibili sul celebre sepolcro degli Scipioni, fino ai primi codici realizzati con fogli di pergamena che fanno la loro comparsa tra I e II secolo d.C. Sarà però soltanto con Carlo Magno e con la diffusione della così detta “minuscola carolina”, che appariranno evidenti le caratteristiche originali degli odierni caratteri a stampa, contrapposte a quelle dell'artificioso stile gotico.
Nei secoli seguenti la scrittura continua la sua evoluzione grazie al grande risveglio del monachesimo e alla necessità del suo utilizzo come strumento legale. L'impatto di un movimento di pensiero quale l'Umanesimo è poi determinante, ma la vera svolta avviene con l'invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg intorno al 1450. La diffusione di questa tecnica decreta anche il successo della Riforma Luterana almeno nell'Europa settentrionale, dove il potere della Chiesa di Roma e della censura ecclesiastica non riesce ad arginare quello che viene definito un vero e proprio contagio.
Alla fine del '600, con la nascita della diplomatica, i documenti storici richiamano sempre più l'attenzione degli studiosi e divengono motivo d'indagine accurata. I tassi di alfabetizzazione diffusa crescono in maniera costante e nell'800 aumenta la capacità di stampa grazie all'utilizzo del torchio a vapore di Koenig e delle rotative Hoe e Marinoni, così che si sviluppa una vera e propria industria del libro, del romanzo in particolare e le donne emergono come nuova categoria di lettrici.
Negli ultimi decenni gli studiosi di calligrafia evidenziano una crescente spersonalizzazione negli stili di scrittura, in parte dovuta all'introduzione dei nuovi supporti informatici. Allo stesso tempo però sottolineano come questi non siano riusciti a far venire meno il sistema di scrittura manuale e come, al contrario, questo sia ancora parte integrante della nostra società.
Il filo d'oro continuerà a svolgersi ancora per molto e molto tempo, a superare ogni genere di ostacolo, proprio come ha fatto sin dalle origini della nostra civiltà.
Maria Valacco


Ewan Clayton

Il filo d'oro. Storia della scrittura
Torino, Bollati & Boringhieri, 2014, 394 pp.
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