Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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29 settembre 2009

Giornalismo italiano

"[...] Spesso si ha l’impressione che i giornali italiani si censurino in anticipo, temendo chissà quali ritorsioni. I tedeschi chiamano questo atteggiamento, fortissimo durante il periodo nazista, vorauseilende Gehorsamkeit: l’obbedienza che corre con la fretta di arrivare prima ancora che giunga l’ordine. I giornali tuttavia sono in pericolo comunque, con o senza Berlusconi: ovunque siamo in crisi e perdiamo lettori perché non sappiamo più dare un’informazione diversa qualitativamente da internet e televisione. Non opponendoci ci rendiamo non solo vulnerabili, ma alla lunga anche poco credibili verso i lettori".
Barbara Spinelli
"L'Unità", 27 settembre 2009 (intervista)

27 settembre 2009

Giornalismo italiano

Arrigo Levi, Giornalismo, il vero e il grottesco
“La Stampa”, 27 settembre 2009

"Quanto si parla di giornalismo! Ma quanto è difficile, per i non giornalisti, capire come funziona realmente il mondo dei giornali, della radio e della televisione, che cosa sia il lavoro dei giornalisti!
Circolano soprattutto degli slogan.
Sul palcoscenico del giornalismo si muoverebbero, come forze dominanti, in conflitto o in combutta fra loro, i «poteri forti», o i protagonisti di oscure congiure, o i manovratori di «macchine da guerra», capaci «di asservire e normalizzare, intimidire e ricattare»; per non parlare di chi descrive tutta la stampa come intenta a diffondere solo bugie e calunnie, nemica del fare, nemica della verità e del bene, intenta soltanto a diffamare, con l’obiettivo di corrompere l’anima pura e onesta (o che tale sarebbe senza l’opera malefica dei giornalisti) della «gente», del «popolo», vittima di continui inganni. Oppure s’immagina (ma o è l’uno o è l’altro) l’informazione in Italia come un mondo ormai schiavizzato, privo di libertà, i giornali e le reti televisive come popolati da irresponsabili e obbedienti schiere di esecutori d’ordini, e l’Italia come un Paese democratico, anzi l’unico Paese democratico, dove domina la censura e dove la libertà di stampa ormai l’è morta.
Intanto continuano a uscire nuovi giornali. Non ce ne sono mai stati tanti a sinistra, ho perso il conto, non so più se siano quattro o cinque o sei, mentre si sentono molto più forti che mai in passato le voci che vengono da destra (ma che rimpianto e nostalgia di Indro: al confronto con quelle d’oggi la sua voce controcorrente ci appare straordinariamente modulata e raffinata). E poi un mondo giornalistico che parlava con voce così sommessa da rischiare l’inesistenza, il giornalismo cattolico, ha trovato un’anima nuova e battagliera, e si fa sentire, e come si fa sentire: forse, perfino dalla Chiesa.
E infine ci siamo anche noi: i grandi giornali d’informazione, con le loro tradizioni e le loro identità antiche e indimenticate, ci siamo sempre, presenti sulla scena con una disposizione a inventare cose nuove che vede in gara giornalisti e direttori giovani e vecchi, gelosi della loro libertà, delle loro idee.
Può darsi che uno che fa il giornalista da più di mezzo secolo sia schiavo di una visione un po’ idealizzata della reale natura del lavoro giornalistico. Ma a confronto di quelle grottesche raffigurazioni o denigrazioni che sono di moda, ci sembra evidente, leggendo ogni giorno tanti giornali diversi da quelli del giorno prima, ascoltando tante trasmissioni aperte e tanti dibattiti in radio o televisione, che in questo nostro mondo trovino ancora tutto lo spazio necessario per emergere nuove personalità vivaci e battagliere. Suvvia, questo nostro giornalismo è ancora e sempre una realtà vasta, complessa, variegata, un mondo che parla con tante voci forti e dissonanti, che propone tante idee differenti, buone e cattive, ma ce n’è per tutti i gusti.
Ho conosciuto tante stagioni nella vita del nostro giornalismo. Ci sono stati momenti particolarmente creativi (come dimenticare l’entusiasmo per la libertà di stampa ritrovata dopo la fine del fascismo, dopo l’avvento impetuoso della democrazia?). E ci sono state stagioni ben più difficili e pericolose di quella attuale, quando avemmo l’impressione che per essere buoni giornalisti ci volesse anche molto coraggio. Ma anche il mondo degli inviati in zone di guerra piange oggi i suoi morti. Avrà pure un suo significato il fatto che il giornalismo attiri ancora tanti, ma tanti giovani, che ti avvicinano ogni giorno per chiederti, ansiosi, di rivelare loro la chiave per accedervi, perché lo vedono come uno spazio per esprimersi e per crescere in libertà.
I giovani aspiranti giornalisti vedono quel mondo in modo non molto diverso da come lo vede un vecchio giornalista, con tante memorie, con tanti volti e tante voci che ti riecheggiano dentro di coloro che ti furono compagni di lavoro nel corso di una vita. Voci che, col tempo, per legge di natura si sono spente, per lasciare spazio ad altre. E voci che, se si ha avuto fortuna, trovano ancora modo di esprimersi, e che ancora si riconoscono nella realtà di un mondo giornalistico, che, alla fin fine, superando tante prove, non ci appare poi tanto cambiato. Chi ha qualcosa dentro che vuole veramente dire riesce ancora a farsi sentire. E ai giovani, come è giusto, sembra sempre di essere portatori di nuove idee, protagonisti di nuove avventure. Sembrò così anche a noi, tanto tempo fa."
*estratto dal sito del quotidiano "La Stampa", 27 settembre 2009
*link al sito de "La Stampa"
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25 settembre 2009

Fa' la cosa giusta! a Genova

Da venerdì 25 a domenica 27 settembre si terrà a Genova, area Porto Antico, Fa' la cosa giusta! la Fiera del consumo critico e degli stili sostenibili a Genova e in Liguria. Si tratta della seconda edizione genovese dell'evento che Terre di mezzo organizza a Milano dal 2004 ed è rivolta ad operatori e produttori del mondo dell'economia solidale e sostenibile, ma anche a tutti coloro che sono interessati a intraprendere un nuovo stile di vita attraverso le scelte e i comportamenti di tutti i giorni.
Sul sito dell'iniziativa è possibile consultare il programma completo delle tre giornate. In particolare segnalo il seminario che si terrà nel pomeriggio di sabato 26: Decrescita: istruzioni per l'uso, a cura del GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) Camogli e del circolo genovese del Movimento della decrescita felice.
Per sapere qualcosa di più sulla decrescita e sulle iniziative locali, potete consultare il blog del circolo genovese.
*segnalato da Simona Calissano

23 settembre 2009

Arriva il quotidiano costituzionale

Sono curiosa di conoscere le vostre opinioni sull'argomento.
Allego, a mo' di riassunto, uno stralcio dell' articolo di Mauro Favale apparso ieri su Repubblica:

"ROMA - L'appuntamento per la riunione di redazione è oggi alle 11. Nascerà in quella stanza, al terzo piano di un edificio nel quartiere Prati, a Roma, il primo numero del Fatto Quotidiano, il nuovo giornale diretto da Antonio Padellaro che sarà in edicola domani. Insieme all'ex direttore dell'Unità, firme note (Furio Colombo, Marco Travaglio, Peter Gomez, Luca Telese) e una pattuglia di giovani cronisti, impegnati a sfornare per sei giorni a settimana (escluso il lunedì) le 16 pagine che costituiscono il Fatto. "Perché un giornale nuovo proprio ora, con il settore editoriale in crisi e la stampa sotto assedio? Così - racconta Padellaro - ci hanno chiesto molti colleghi, italiani e stranieri. Rispondiamo che proprio per questo serve una reazione civile dei giornalisti". "Picchieremo là dove merita picchiare - spiega Travaglio - ed è ovvio che ci concentreremo su Berlusconi". Ma la redazione ci tiene a specificare che non sarà un quotidiano "filo-opposizione". "La linea al giornale la darà la Costituzione", afferma il direttore. Che rivendica come il suo nuovo giornale rinunci in toto ai finanziamenti pubblici: "Solo così possiamo dirci veramente liberi"."
*link al primo numero de "Il fatto quotidiano", 23 settembre 2009.
*link al blog '"Antefatto"

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20 settembre 2009

In libreria

Ryszard Kapuscinski , "Nel turbine della storia. Riflessioni sul XXI secolo, a cura di Krystyna Straczek, Milano, Feltrinelli, 2009, 192 +32 pp.
Scheda del libro dal sito dell'editoreIl peso della Storia, il riscatto della memoria, le speranze del futuro: l’alba del nuovo secolo nelle pagine inedite del grande reporter polacco. Il corso impetuoso della storia Kapuściński l’ha conosciuto come pochi altri. Dove c’erano rivoluzioni, guerre, imperi in disfacimento o movimenti in ascesa, lui c’era per vedere, documentare, raccontare. Qui – in questo libro progettato poco prima della sua scomparsa – è la storia stessa a essere direttamente in primo piano: il suo senso, il suo potere sulla vita dei singoli esseri umani, le occasioni di riscatto che pure sa offrire. E il suo impatto sul secolo che è da poco cominciato. Tornano in queste riflessioni alcuni dei luoghi che sono stati lo scenario di libri indimenticabili, come l’Africa o la Russia. Ma emergono anche regioni del mondo che non erano state raccontate prima, come le coste americane del Pacifico e soprattutto l’America Latina, il “laboratorio del nuovo secolo” su cui Kapuściński aveva raccolto molto materiale e a cui aveva progettato di dedicare un libro che non ha fatto in tempo a realizzare. “Questi testi – scrive nell’Introduzione la curatrice Krystyna Stràczek – mostrano Kapuściński non solo nei panni di reporter e scrittore, ma dimostrano la sua stupefacente conoscenza del destino e della cultura dei paesi che visitava (non a caso si era formato come storico). Non sono però una mera dimostrazione di erudizione. Kapuściński richiama i fatti per interpretarli, per mostrare paralleli storici e culturali, e per prevedere il futuro.”

Notizie su Kapuscinskyvedi anche G. Bettin, L'eredità di Kapuscinski in "Lo Straniero", 6 giugno 2009
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Inchiesta

Marco Rovelli
Servi. Il paese sommerso dei clandestini al lavoro
Milano, Feltrinelli, 2009, 224 p.

Scheda del libro dal sito dell'editore Feltrinelli
"L’universo dei clandestini al lavoro. Una situazione drammatica fatta di violenze e soprusi da parte di caporali e datori di lavoro italiani che fanno leva sulla ricattabilità della forza lavoro clandestina per sequestrare loro documenti, trattenere le misere paghe concordate, il tutto condito da insulti e violenze quotidiane e con la collaborazione attiva di piccoli malavitosi locali. Uno scenario che mai compare sui quotidiani nazionali e che invece rappresenta la dorsale nascosta di un’Italia truce e violenta: l’altra faccia del mito “italiani brava gente”. Dalle campagne siciliane e del foggiano, fino ai cantieri edilizi e agli ortomercati del Nord, da questo libro emerge una fotografia brutale del nostro paese. Marco Rovelli si è mischiato con i clandestini, bevendo insieme a loro il tè, e comunicando, facendosi raccontare le loro storie finora inascoltate: dal loro racconto emerge anche il volto crudele del nostro capitalismo, ritornato in alcune aree e comparti a forme ottocentesche di sfruttamento. Un’indagine narrativa necessaria."*Link al video dell'Intervista all'autore Marco Rovelli a cura dell'editore Feltrinelli.
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15 settembre 2009

Festival Internazionale a Ferrara: 2-4 ottobre 2009

Il primo weekend di ottobre, per il terzo anno consecutivo, la città di Ferrara ospita il festival “Internazionale a Ferrara”.
Una tre giorni di incontri, dibattiti, mostre fotografiche, proiezioni e convegni organizzata dal periodico Internazionale.
I protagonisti? Giornalisti italiani, europei, statunitensi, iraniani, kenioti, croati: Gad Lerner, Maria Nadotti, Concita De Gregorio, Eric Joszef, Paolo Conti, Silvye Coyaud, Bill Emmot, Carlo Bonini, Masoud Behnoud, Mario Calabresi, solo per citarne alcuni; economisti, storici - Lorella Napoleoni, Sergio Romano, Paul Ginsborg, Fred Pierce e molti altri - e poi scrittori da ogni parte del mondo, le foto di Francesco Zizola, i fumetti di Gipi, Joe Sacco.

Un evento aperto a tutti, libero, gratuito: ognuna delle tre giornate vede una lunga serie di eventi, anche contemporanei, svolgersi nella cornice dei luoghi del sapere della città di Ferrara (teatri, cinema, sale convegni): si comincia la mattina, con la rassegna internazionale commentata dalla redazione del periodico; nel pomeriggio dibattiti sui grandi temi: dagli equilibri internazionali alla crisi bancaria, dallo sviluppo sostenibile all’economia di mafia; si discute anche con gli "addetti ai lavori" di tematiche riguardanti il giornalismo. Da segnalare gli incontri: "Citizen journalism: l’informazione nell’era di YouTube" e "Informazione. Come nasce un numero di Internazionale" il venerdì pomeriggio; per la giornata del sabato: "Reportage. Videogiornalismo d’inchiesta " e "Graphic journalism - Medio Oriente: la guerra a fumetti"; mentre nel pomeriggio della domenica: "Informazione: I new media e il futuro del giornalismo".

Nell'ambito del festival sarà anche assegnato il Premio giornalistico Anna Politkovskaja - in memoria della giornalista russa uccisa a Mosca nel 2006 - presentato da Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale e Gaetano Sateriale, presidente Legautonomie Emilia Romagna .Ogni sera inoltre concerti ed iniziative teatrali, per sorridere con Ascanio Celestini e ballare con Le luci della centrale elettrica e Jovanotti.

Per maggiori informazioni, si può visitare il sito internet del festival, da cui è possibile accedere al dettaglio del Programma dei tre giorni e a tutte le informazioni utili per i partecipanti.

http://festival.internazionale.it/

http://festival.internazionale.it/programma.php

*Link al sito della rivista "Internazionale"


*segnalato da Deborah Tolomeo

13 settembre 2009

Festival del reportage ambientale

Genova e Arenzano
17-19 settembre 2009

Il Festival Internazionale del Reportage Ambientale (FIDRA) è nato per contribuire a creare una sensibilità sempre più diffusa verso le problematiche ambientali.
Ideatori e realizzatori di
FIDRA sono il Genova Film Festival, il più importante evento culturale cinematografico ligure e uno tra i più apprezzati in Italia e la Fondazione Muvita che ad Arenzano gestisce un centro scientifico dedicato alle tematiche dei cambiamenti climatici.
Oltre alle proiezioni ed agli incontri con autori e registi,
FIDRA è l'occasione per approfondire diverse tematiche legate all'ambiente
Il Festival vuole avvicinare i giovani al linguaggio filmico tramite la proposta di pellicole di interesse culturale e promuovere i nuovi talenti che si esprimono sempre più con le nuove tecnologie digitali. In prospettiva futura l’obiettivo è anche creare nuove professionalità nel campo delle produzioni audiovisive - in particolare quella del documentarista specializzato nella creazione di documentari e reportage - legati alle tematiche dell'ambiente.
*Link al sito di Fidra e al Programma del Festival 2009
* segnalato da R.C.
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12 settembre 2009

Genova in libreria

Giuseppe Manzitti
Tempo di ricordare. Dalla ricostruzione del dopoguerra ai binari del futuro
Genova, De Ferrari, 2009, 209 p.


Scheda del libro dal sito dell'editore De Ferrari
Seconda edizione del libro di memorie che Giuseppe Manzitti scrisse pochi anni prima della sua morte, avvenuta nel 1999. Colonna di Confindustria, iniziò la sua attività nel 1945 come direttore dell’ Associazione Industriali di Genova dopo aver combattuto nella Seconda Guerra Mondiale. In 50 anni di attività ha di fatto seguito lo sviluppo e la riconversione industriale, produttiva, finanziaria, edilizia, assicurativa e marittima, di Genova e della Liguria, inserendosi come esperto nella creazione dell’ Intersind, la cosiddetta “ Confindustria dell’ IRI” , che a Genova aveva la sua capitale strategica. Energico negoziatore, nonostante gravi problemi di salute, dal 1988 lavorò al progetto del nuovo collegamento ferroviario Genova-Milano, il celebre “ Terzo Valico” . Tutto il libro è raccontato “ da genovese ai genovesi” : genovese innamorato della sua città ai concittadini che sembrano aver dimenticato la loro storia passata.
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10 settembre 2009

Giornali d'Europa

Giornali d’Europa, a cura di Maria Lombardo, Catania, Ed.It, 2009, 3 voll.
v. 1
Gran Bretagna, Irlanda, Russia, Romania , 172 p.
v. 2 Italia, Spagna, Grecia, Germania, Austria , 232 p.
Scheda del libro dal sito dell'editore Ed.It
L'Europa senza frontiere è una realtà anche nel giornalismo. Tante lingue, tante culture ma anche tanta storia comune e intrecci tra società editoriali. I paesi dell'UE, e non solo dell'UE, sono oggetto di questo viaggio attraverso i mezzi d'informazione del vecchio continente: una panoramica inedita e articolata. Dalla Russia alla neodemocratica Romania, alla Grecia con la particolare situazione di Cipro, poi la piccola Svizzera con le sue diverse comunità, l'Austria che parla tedesco ma non è la grande Germania, la Francia, il Belgio, la Gran Brategna con la sua forte tradizione di lettura, la piccola Irlanda, la Grecia, la Spagna, e naturalmente l'Italia.
*Alcune capitoli di ciascun volume sono consultabili in Google Libri:

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09 settembre 2009

Walter Tobagi

Venerdì 4 settembre 2009 La7 ha dedicato una serata speciale al ricordo del giornalista Walter Tobagi, ucciso a Milano il 28 maggio 1980, vittima di un attentato terroristico. La trasmissione di Antonello Piroso ha presentato una ricostruzione precisa delle drammatiche vicende che hanno preceduto l'assassinio di Tobagi e di altri giornalisti italiani.
*Link allo Speciale di Omnibus “Walter Tobagi. Giornalista” (www.la7.it)Prima Parte / Seconda Parte / Terza Parte / Quarta Parte / Quinta Parte .

Le notizie di padre ignoto
"[...] Il problema è di essere coscienti della strumentalizzazione che si subisce e che si attua perché non c’è dubbio che nel rapporto tra il giornalista e la sua fonte esiste costantemente un rapporto di strumentalizzazione che è biunivoco e allora se è così, come credo sia evidente che sia, il problema fondamentale che uno degli elementi base sui quali si può costruire un’informazione sana è il problema della pubblicità delle fonti. Le notizie di padre ignoto non servono perché, al lettore al quale si dà un’informazione, si deve anche dire in quel momento o lasciare comunque intendere o fornire gli elementi che consentano l’identificazione di qual è la fonte che ha diffuso in quel momento quella informazione perché se non si fa questo i giornali rischiano di diventare degli strumenti che servono per guerre combattute per conto terzi. [...]." Walter Tobagi, 27 maggio 1980 .
La citazione è estratta dall'intervento di Walter Tobagi al convegno “Fare cronaca fra segreto professionale e segreto istruttorio” al Circolo della Stampa di Milano del 27 maggio 1980. Il giorno seguente il giornalista fu ucciso in un attentato terroristico.
Il testo integrale è pubblicato nel libro Walter Tobagi giornalista, a cura di a cura di G. Baiocchi e M. Volpati, Milano, 2005, pp. 300-303. Il volume raccoglie una scelta di scritti di Tobagi, particolarmente utili per decifrare gli eventi del tempo e le problematiche del giornalismo italiano negli anni '60-'80.
*Il volume (321 p. in formato pdf ) è interamente scaricabile dal sito di Agenda della comunicazione, Genova (cliccare sul titolo del libro).
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06 settembre 2009

Le dicerie e la verità

"[...] La democrazia accetta il conflitto, esige e stimola la ricerca del vero, anche se il vero è scomodo per il potente. E l’accetta continuativamente, non solo il giorno del voto, perché democrazia non è Unzione dell’Eletto ma un arcipelago di poteri che si frenano l’un l’altro affinché nessuno commetta abusi. Questo gioco di equilibri è garantito dalle costituzioni e da poteri autonomi, tra cui campeggiano la stampa e la televisione. È in tale ambito che la differenza fra accertamento dei fatti e calunnia diventa cruciale. La verità sul comportamento del politico è il fine di chi esercita un contropotere, e l’effetto che si vuol ottenere è la correttezza e l’autolimitazione del potere. Non vuol distruggere, ma correggere. Può darsi che la verità si riveli falsa. È per questo che il cercatore del vero raduna prove, fatti, sentenze di tribunale.
La diceria vuole non salvaguardare ma abolire l’equilibrio dei poteri: personalizzando-privatizzando la politica, accentrando tutti i poteri. La sua guerra mentale è distruttiva: nella testa degli elettori, dei telespettatori, dei lettori, va lacerato tutto quel che li lega alle norme costituzionali, alla politica, allo Stato, alle istituzioni, ai giornali, alla chiesa stessa. È uno strumento antico, è l’anti-Stato teorizzato nelle stagioni terroriste. Fruga, non cerca. La diceria ha un rapporto singolare con la verità, non più fine ma mezzo di scambio utile a sganciare il principe dalle leggi: se tu dici una verità amara su di me, io ne dirò una peggiore su di te. Da tempi immemorabili la calunnia viene usata in tempi di torbidi, non quando lo Stato è forte ma quando vacilla (Rivoluzione francese, uscita dal Terrore nel Termidoro)
[...].
*leggi tutto l'editoriale sul sito del quotidiano "La Stampa".

Percorsi di approfondimento:
M. Castells, Comunicazione e potere, Milano, Università Bocconi editore, 2009.

05 settembre 2009

In libreria


[...] Il potere è più che comunicazione, e la comunicazione eccede il potere. Ma il potere si fonda sul controllo della comunicazione, come il contropotere dipende dall’infrangere quel controllo. E la comunicazione di massa, la comunicazione che potenzialmente raggiunge l’intera società, è modellata e governata da relazioni di potere, radicate nel business dei media e nella politica dello stato. Il potere della comunicazione sta al cuore della struttura e della dinamica della società [...]". Manuel Castells
Manuel Castells
Comunicazione e potereMilano, Università Bocconi editore, 2009, 693 p.

*link alla presentazione del libro e dell'autore a cura di Fabio Todesco
*leggi alcune pagine del libro:
Apertura (pp. XVIII-XXVIII) .

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01 settembre 2009

Libertà di stampa

"[….] Negli Stati Uniti esistono norme che non consentono, a chi ha incarichi pubblici, di intraprendere cause per diffamazione contro i mezzi di informazione. Chi gestisce soldi pubblici, chi assume decisioni così importanti come mandare a morire la gente in guerra, deve essere soggetto al più ampio controllo. deve accettare che si indaghi sui suoi atti politici, sulla sua vita privata, sulla sua condotta sessuale. È duro, ma è necessario, se si vuole ricoprire un incarico pubblico..." [leggi tutto...].
William Langewiesche
Intervista a cura di Roberto Festa pubblicata su “Diario” , inserto del quotidiano “Repubblica” dedicato alla Libertà di Stampa con interventi di Stefano Rodotà, John Lloyd e alcune segnalazioni bibliografiche sull’argomento.
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