Il volume che sto per introdurre è una raccolta di atti, ovvero di interventi che si sono susseguiti durante un convegno a Tirana, Albania nel 2008. L’incontro, come il testo, era intitolato L’italiano di fronte ed ha visto la partecipazione di membri di numerose testate radiotelevisive europee, scrittori balcanici, rappresentanti di università italiane, albanesi, croate. L’organizzazione si deve alla Comunità radiotelevisiva italofona, presente con la segretaria generale Loredana Cornero e il presidente Remigio Ratti. Questa organizzazione è stata fondata il 3 aprile 1985 come collaborazione fra radiotelevisioni di servizio pubblico – Rai, Rtsi, Rtv Koper-Capodistria, Radio Vaticana e San Marino Rtv – con l’intento di valorizzare la lingua italiana nel mondo. Lo scopo dell’evento sopraccitato era capire meglio le posizioni, il sentire delle popolazioni dell’Europa sudorientale riguardo la nostra lingua e cultura e se, in quale modo, ci si sta muovendo per migliorarne la conoscenza e quindi anche i rapporti fra l’Italia e questi paesi.
A giudicare dalla titolazione si potrebbe pensare che si tratti di un primo passo per verificare se ci sono le condizioni per realizzare o consolidare un sentire comune italiano in quest’area del Mediterraneo, ma non è così. Dando uno sguardo alla scaletta dei lavori, procedendo nella lettura degli interventi soprattutto ci si rende conto che l’italiano e la cultura italiana sono già molto diffusi, in particolar modo in Albania. Come potrebbe essere per molti una rivelazione sapere che esistono enti in vari paesi che si occupano di promuovere, così viene definita da molti nel corso della conferenza, “l’italicità” nel mondo, che spesso sono costituiti da volontari e che cooperano già da tempo fra loro. Occorre però precisare che molti di essi non si adoperano solo a favore della causa italiana: sono veicolo di conoscenza anche per altre lingue perché non trasmettono esclusivamente in italiano, ne è un esempio la Radio Vaticana. Proprio il fatto che il convegno si sia tenuto nella capitale albanese dimostra la vicinanza, come quella di altri paesi dell’area balcanica, all’Italia.
È di vecchia data infatti l’avvio di rapporti fra i nostri paesi. I contatti hanno origine già nel III secolo a.C., quando la Roma repubblicana si orientò all’Adriatico e diede avvio ad una serie di guerre che in seguito “latinizzarono” questi territori. Successivamente, grazie alla sua potenza commerciale, è stata la Repubblica marinara di Venezia a far si che si consolidasse l’influsso della lingua italiana nei Balcani. Al punto che molti documenti ufficiali venivano scritti in italiano. L’attaccamento a questa lingua latina è persistito anche nel corso del XIX, nonostante le forti rivendicazioni nazionaliste. Il legame si è indebolito solo all’inizio del XX secolo, per via degli assestamenti politici dei paesi di quest’area.
Oggi contribuiscono alla diffusione della cultura italiana la comunità organizzatrice dell’evento, Alpe-Adria Magazine Tv un’emittente composta 17 emittenti nazionali, la Radio Vaticana, Radio Fiume, ma anche la Rai, Rai Internazionale, Rtsh Albania la radiotelevisone albanese, la televisione del Montenegro, l’Uer-Unione europea di Radiotelevisione e anche le scuole e le università.
Non c’è intervento che non sottolinei come, memori dell’antico lascito dei veneziani probabilmente, i balcanici con gli albanesi in testa desiderino imparare la nostra lingua, ritengano che l’italiano sia un ottimo strumento di lavoro, ammirino il nostro paese. Da sempre l’Italia è amata e invidiata grazie alle trasmissioni della Rai. Sono tantissimi coloro che in Albania conosco la nostra lingua. È piuttosto comune in Croazia avere scuole dell’obbligo dove viene insegnato l’italiano: in molti casi i ragazzi sono bilingue, come certificato da ricerche condotte dalle nostre università. Notevole è il numero di studenti universitari che scelgono di studiare l’italiano, come prima seconda o terza lingua nelle facoltà linguistiche, ma è apprezzato anche in altre. Non potrebbe essere altrimenti dato che spesso i testi universitari, presso i corsi di medicina, sono scritti da autori italiani.
Questo libro quindi è un’ottima testimonianza di quanto la nostra cultura sia considerata preziosa al di là dell’Adriatico e di come c’è chi si preoccupa di diffonderla e difenderla, anche oltre questi confini, grazie al virtuale abbattimento delle barriere operato dai radio, televisione e soprattutto internet.
Alessandra Zammarchi
L’italiano di fronte. Italicità e media nei Paesi dell’Europa sudorientale
a cura di Loredana Cornero
Roma, ERI Rai Radiotelevisione Italiana, 2009, 123 pp.
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