Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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02 gennaio 2012

La credibilità dei giornalisti italiani: una chimera per milioni di lettori.

“I risultati della ricerca fotografano una realtà caratterizzata da una profonda incertezza: se da una parte ci rassicura circa il fatto che i giornalisti italiani tutto sono fuorché 'creduloni', dall'altra induce a chiederci se non sia il caso di collocarli nella categoria degli 'increduli'”. Questo è il giudizio finale di Lorenzo Ugolini - autore del saggio posto in chiusura del libro - che l'autrice ha voluto riprendere nella prefazione per rendere il lettore subito consapevole dell'esito del lavoro, esposto e trattato in maniera estesa nelle più di duecento pagine che compongono il tomo. Gli (in)credibili – I giornalisti italiani e il problema della credibilità è un libro impegnativo – per chi non gravita nell'orbita del giornalismo può risultare anche poco comprensibile a tratti – che si contraddistingue per una meticolosa ricerca delle cause e delle motivazioni che portano oggi i lettori italiani a considerare pessima l'informazione trasmessa dai giornalisti nostrani. Marica Spalletta – ricercatrice di Sociologia dei processi culturali e della comunicazione all'Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma – ha diviso l'indagine in tre capitoli propedeutici per affrontare tutti i punti della questione: dalla difficoltà nell'individuare una precisa definizione di “credibilità” al problema dei “sette peccati” del giornalismo italiano (credibilità del ruolo, del sistema, degli operatori, del messaggio, della ricerca, del formato, delle regole e dei valori), passando per i modelli di advocacy journalism (non obiettivo e orientato da scopi politici o sociali) dilaganti in Italia e per un'ipotesi di studio sulla credibilità del giornalismo. Le cause di questa diffusa sfiducia nei confronti dei giornalisti italiani sono individuate in fattori storici (il processo democratico italiano non è andato di pari passo con quello di un'informazione libera), di metodo (giornalismo advocacy anziché trustee) e di ruolo degli stessi giornalisti, i quali, riprendendo il pensiero di Indro Montanelli, “non si sentono espressione dell'opinione pubblica, ma portavoce della loro fazione”.
La ricerca di Marica Spalletta è poi arricchita dall'appendice di Lorenzo Ugolini, il quale ha tracciato le conclusioni sull'intero lavoro attraverso un'indagine condotta su undici grandi giornalisti, italiani e stranieri, tra i quali il direttore del "Corriere della Sera" Ferruccio De Bortoli e la corrispondente in Italia per "Le Nouvel Observateur" Marcelle Padovani. Dal punto di vista della forma l'autrice ha cercato di coinvolgere il lettore facendo un largo uso di proposizioni interrogative (“Chi è dunque il giornalista credibile, il 'bravo giornalista'? Colui che fa gli scoop? Chi scrive bene in italiano? Chi trova le notizie? Chi le accerta e le pubblica?”), un'intuizione apprezzabile che però si è trovata a fare il paio con quella – più discutibile – di usare un linguaggio ridondante che in alcuni punti allontana il lettore dalla concretezza dell'inchiesta. A Lorenzo Ugolini va invece il merito, per l'appendice in chiusura del libro, di essere riuscito a mettere ordine a tutti i dati snocciolati nelle pagine precedenti, grazie ad una forma e una scrittura avvincente, caratterizzata dai numerosi riferimenti a vicende lette sui quotidiani italiani negli ultimi due anni e dai puntuali interventi dei giornalisti intervistati nell'indagine condotta dallo stesso ricercatore.
Matteo Agnoletto

Marica Spalletta
Gli (in)credibili. I giornalisti italiani e il problema della credibilità
Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, 2011, 234 pp.

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