Selezione della critica e cronaca musicale di Giorgio Pestelli dal 1971 al 2001
Ascoltare è mettersi attivamente a disposizione di uno stimolo sonoro, non semplicemente sentirlo, come dalle finestre chiuse si sente la città col suo respiro di automobili, se ne avvertono rombi e frenate ma non ci si fa caso, come tra le corsie di un supermercato, tra lo sferragliare di carrelli e l’accartocciarsi di involucri plastici, si percepiscono musichette orecchiabili, ma non ci si fa caso. Ed è proprio nell'approcciare la musica che è più difficile abbandonare la passività di colui che sente per assumere un ruolo attivo nei suoi confronti: “sottrarre la musica all'ascolto indifferente e integrarla nella vita e nella coscienza come occasione di comprensione, arricchimento e diletto”. Queste parole, che indicano quanto è necessario fare per cogliere ciò che la musica può avere da offrire, racchiudono il proponimento, l’obiettivo che secondo Giorgio Pestelli, nell'introduzione al suo libro La pulce nell’orecchio. Temi svolti di critica musicale (Marsilio, 2001), dovrebbe animare il critico musicale nel suo impegno di “testimone e tramite fra compositori, interpreti e pubblico”. In questi termini emerge l'interpretazione educativa, formativa del mestiere di critico e musicologo che ha accompagnato Pestelli, grande appassionato di teatro musicale e storia della critica, durante tutta la sua carriera, sia sulle pagine de "La Stampa", dove è stato a lungo critico musicale titolare, successore di Massimo Mila, e dei migliori periodici musicali italiani, sia dietro alle cattedre dell’Università di Torino e di Genova.
Ascoltare musica è quindi dedicare ad essa orecchie e intelletto, e trasformarci in Ascoltatori è il compito della critica, che sulle pagine dei giornali o in rete dovrebbe darci spunti di comprensione, tenderci ami ai quali abboccare per gustare più consapevolmente quel fluire di vibrazioni che da secoli chiamiamo ‘musica’. Ma “le recensioni sul giornale a pensarci bene non si leggono veramente” e quindi, con quella “recollection in tranquillity” (rievocazione in tranquillità) che Wordsworth ricercava per scorgere la poesia nel mondo che aveva già vissuto e farne versi, è bene che si torni a risondare le esperienze musicali “su una pagina più calma” per “favorire la connessione di opinioni che superano la circostanza immediata” e “orientare verso altri ascolti e altre letture.
Pestelli aveva già, con questa logica, proposto una raccolta di suoi articoli, Di tanti palpiti. Cronache musicali 1972-1986 (Studio Testi, 1986), e La pulce nell'orecchio si presenta come un proseguimento di questo lavoro antologico. Gli articoli di questa selezione, a parte qualcuno inedito, sono usciti perlopiù su "La Stampa", ma anche su "Il Giornale della Musica", "Amadeus" e altri, tra il 1987 e il 2001. È un percorso di lettura sì cronologico, ma anche tematico, in cui le cronache musicali vere e proprie, le recensioni, seguono una sezione dedicata a ritratti, profili e ricordi di musicisti e studiosi, composizioni e libri musicali; l’ultima parte, a chiusura, è occupata da commenti di natura più eterogenea, note sul costume musicale e curiosità.
“La musica non si racconta; l’unica cosa che si può raccontare è il dialogo che si apre fra l’immagine storica dell’opera e la sua viva rappresentazione in teatro”. La pulce nell'orecchio ha un connotato, come già segnalato, cronologico: è una passeggiata tra alcuni importanti momenti della recente storia della musica ‘colta’ e del teatro musicale che fornisce il pretesto per una riscoperta di opere, interpreti, direttori, compositori e, grande pregio di questa raccolta, offre un validissimo punto di vista sull'arte di far critica e cronaca musicale, vista attraverso la metodologia e lo stile di Pestelli, fonte di insegnamenti preziosi per l’aspirante critico. Ma il filo conduttore di questa collezione di scritti, che non deve essere sottovalutato a maggior ragione dallo studente/ studioso, è da seguire nell'impegno quasi androgogico mirato a forgiare ascoltatori non indifferenti, bensì coscienti e consapevoli (seppure il critico debba poi saper ritrovare una certa ‘ingenuità’ d’ascolto, per non estraniarsi del tutto da quello che è parte fondamentale dell’esperienza musicale: l’impatto emotivo immediato).
E poi: la musica, evidente protagonista. Da ascoltare, appunto, perché queste non siano solo parole, ma un “pretesto di cultura musicale più durevole della prima impressione”. Se questa lettura stimolerà l’ascolto delle opere musicali trattate e anzi, dico io, se l’ascolto sarà ad essa associato come necessario complemento, “la raccolta avrà avuto la sua ragion d’essere”.
Davide Audino
Giorgio Pestelli
La pulce nell'orecchio. Temi svolti di critica musicale,
Marsilio, Venezia, 2001
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